Ieri, su iniziativa del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador e del suo omologo guatemalteco Alejandro Giammattei nel comune di Felipe Carrillo Puerto, nello stato sudorientale di Quintana Roo, il governo del Messico ha ufficialmente presentato le sue scuse al popolo indigeno Maya, per i torti commessi contro di loro dopo la conquista spagnola.
Scuse, che coincidono con i 500 anni della Conquista, sono state formulate
“Ci scusiamo con il popolo Maya per i terribili abusi commessi da individui e potenze nazionali e straniere durante la conquista, i tre secoli di dominio coloniale e i due secoli di Messico indipendente”, ha detto López Obrador riferendosi in particolare alla Guerra delle caste del XIX secolo.
Durante la cerimonia, il governo messicano ha riconosciuto inoltre il razzismo e la discriminazione che questa minoranza etnica soffre ancora, due secoli dopo l’indipendenza del Paese.
La costruzione del Treno Maya, progetto di punta dell’attuale governo messicano, è stata menzionata durante la cerimonia e ha attirato fischi da parte dei residenti.
Nel giugno 2020, Lopez Obrador ha dato il via libera alla costruzione della linea lunga 1.500 chilometri che dovrebbe attraversare diverse parti della penisola dello Yucatan, dove si trova la località di Cancun.
Diverse organizzazioni rifiutano però il progetto, sostenendo che causerà danni all’ambiente e a diverse comunità indigene in questa regione.