Paradossi: Fontana (quello dell'eredità milionaria in Svizzera) tuona con la tassa di successione

Nel coro scatenato dalla Lega e dalla destra contro la proposta di Enrico Letta (un aumento solo per i super-ricchi) si è unito anche il presidente della regione Lombardia

Attilio Fontana
Attilio Fontana
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21 Maggio 2021 - 19.59


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Riepilogo delle puntate precedenti: Enrico Letta ha proposto di tassare dell’1% in più la successione dei super-ricchi.
Ossia l’1% della popolazione italiana che dalla pandemia non ha subito gravi danni o, magari, si è pure arricchita.

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E la nostra destra che più che dalla parte del popolo sembra dalla parte di Superciuc (rubare ai poveri per dare ai ricchi) ha tuonato sul fatto che la sinistra vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani.

No: non vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani ma far pagare un insignificante obolo ai ricconi per aiutare i giovani che avranno sul groppone l’enorme debito pubblico che stiamo facendo.

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E nel coro degli indignati contro l’aumento della tassa c’è stato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che ha detto: “Fuori luogo e inopportuna la proposta sulla #tassadisuccessione di #Letta. Bene ha fatto il premier Draghi a rispedire al mittente la strampalata idea di chi, in un momento così delicato, pensa di mettere le mani nelle tasche degli italiani. In Lombardia stiamo sburocratizzando alleggerendo la pressione fiscale”.
Imbarazzante.
Perché Fontana di eredità se ne intende. Tant’è che proprio per questa vicenda è indagato per autoriciclaggio (lui si proclama innocente)
Che aveva detto Fontana non molto tempo fa?  I miei avvocati nei prossimi giorni consegneranno tutti i documenti richiesti. Sono assolutamente sereno e tranquillo, non ho nulla da nascondere“. Così Attilio Fontana, governatore della Lombardia, durante il suo intervento a Radio Capital, commenta l’indagine della Procura di Milano sui 5,3 milioni di sua proprietà depositati in un conto svizzero.

Il presidente sostiene che sono “soldi in banca ricevuti in eredità dai miei genitori”. Dice che non avrebbe potuto agire in modo diverso: “Chiunque al mio posto non aveva alternative e doveva dichiarare al governo e allo Stato di aver ricevuto questa situazione e di volersi regolarizzare rispettando la legge”.

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