Metalli pesanti nei fertilizzanti, intercettazioni shock: "Sono un delinquente, penso al bimbo che mangia questo mais"

Idrocarburi ed altre sostanze inquinanti - venduti come fertilizzanti - sarebbero finiti nei terreni agricoli lombardi

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26 Maggio 2021 - 13.10


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Ecco una delle intercettazioni, riportate da Il Corriere della Sera, relative all’inchiesta della Procura di Brescia che ha iscritto quindici persone nel registro degli indagati e sequestrato i capannoni dell’azienda bresciana Wte, per traffico illecito di rifiuti.

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Circa 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti sarebbero finiti nei terreni agricoli Brescia, Mantova, Cremona, Milano, Pavia, Lodi, Como, Varese, Verona, Novara, Vercelli e Piacenza e venduti come fertilizzanti. “Io ogni tanto ci penso. Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi. Sono consapevolmente un delinquente”.

 

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Agli agricoltori che, per lo più inconsapevolmente, spargevano i fanghi tossici sui campi gli addetti della Wte raccontavano si trattasse di scarti della produzione agroalimentare. “Sono un mentitore!… Io finisco all’inferno”, dice ridendo Antonio Maria Carucci (con alle spalle una condanna per traffico illecito di rifiuti) al telefono con Ottavia Ferri, dipendente della Wte, che replica, sempre ridendo: “Lo facciamo per il bene dell’azienda!”.

 

Il traffico di rifiuti non è l’unico illecito emerso dalle indagini. C’è anche il reato di molestie olfattive, denunciato dalle diverse segnalazioni presentate dai cittadini, “costretti da anni a vivere barricati in casa con porte e finestre chiuse, a causa dei miasmi ammorbanti prodotti durante il trasporto e lo spandimento dei fanghi”.

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