Le parole sono state pronunciate in un audio inviato su Whatsapp. Destinataria Samantha Grossi, infermiera di Treviso, colpevole, a parere di chi la minacciava, di aver sostenuto apertamente i vaccini: “Per te verrà la vendetta di Norimberga. Stai attenta quando cammini per strada, abbiamo perecchie cose da dirti”.
La minaccia vocale a Samantha è solo l’ultima di una lunga serie, da quando è apparsa su una tv locale e ha invitato le persone a sottoporsi alla vaccinazione. Lei conosce chi l’ha contattata: si tratta di un’operatrice socio sanitaria che lavora nella sua stessa azienda.
Si legge su Repubblica:
“Ti auguriamo la peggiore delle morti: un tumore”; “Il vaccino che tu vuoi far fare agli altri ti deve far morire”; “Tu con il vaccino porti la morte agli altri, se cammini per strada guardati le spalle”; “Ti auguro che ti cada qualcosa in testa”: sono solo alcuni dei messaggi ricevuti sui social e via mail da Luciano Clarizia, 59 anni, infermiere da 33, che gestisce l’area di emergenza, a capo del 118, a Pordenone, dove presiede pure l’Ordine di categoria. “Siamo tornati al Medioevo – ha pensato Clarizia quando li ha letti – . Questi no vax sostengono che la peste, quando c’era, ha fatto i morti che doveva. E che alla fine, così com’è venuta, se n’è andata. Per loro il Covid è la stessa cosa”.
Le minacce arrivano anche dagli stessi colleghi sanitari, che si oppongono al vaccino.
La percezione di un clima sempre più teso è arrivata anche alla presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche. Barbara Mangiacavalli si mostra risoluta: ”È nostro dovere intervenire – avverte – per tutelare i colleghi presidenti e professionisti e come infermieri per garantire ai cittadini di essere sempre in prima linea per garantire la loro salute. Abbiamo fin dall’inizio invitato tutti i professionisti a rispettare la norma di legge e da parte nostra continueremo a sensibilizzare rispetto all’importanza della vaccinazione”. “Per un infermiere – prosegue – è un dovere verso i cittadini, verso i colleghi e anche verso la scienza in cui crediamo.
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