“My name is Maria!”, sembra annunciare la piccola. Maria, stesso nome dell’infermiera che l’ha fatta nascere, a Lampedusa, in una stanza del Poliambulatorio, lo stesso che in questi anni ha dovuto conoscere tante sofferenze, i segni delle violenze. Questa volta, sulla porta a campeggiare c’è un nastro rosa.
La piccola ha attraversato il Mediterraneo nella pancia della mamma, una donna della Costa D’Avorio di 38 anni, già madre di due gemelli.
La paura, l’incertezza, l’angoscia della barca soccorsa al largo di Lampedusa ha finito con l’accelerare i tempi della gestazione. Appena arrivata a terra, la donna ivoriana ha fatto capire che era ora di partorire, non c’erano più i tempi per portarla, anche in elicottero, ad Agrigento o Palermo, dove le stesse donne lampedusane vanno a partorire.
La donna è stata affidata ad una infermiera del Poliambulatorio, Maria Raimondo, che ha aiutato la mamma a mettere alla luce la sua piccola. In buona salute, due chili e mezzo.
La donna ivoriana non ha avuto dubbi, la sua piccola avrebbe avuto il nome dell’infermiera, Maria Raimondo.
Maria, dunque, come la Madonna di Porto Salvo, protettrice dell’isola e dei suoi dei pescatori. La piccola statua della Madonna di Lampedusa è collocata in fondo al mare, a Cala Galera.