Antonio La Torre, direttore tecnico dell’atletica azzurra, non ci sta e ha replicato alle accuse di doping che la stampa estera, più o meno dichiaratamente, ha rivolto verso il campione medaglia d’oro dei 100 metri maschile Marcell Jacobs che La Torre chiama “il velocista della porta accanto”.. “Ho letto cosa scrivono alcuni giornalisti stranieri: non sta scritto da nessuna parte che il vincitore dei 100 metri delle Olimpiadi debba essere per forza americano o anglosassone”.
Ha poi aggiunto: “La sua forza è questo sorriso disarmante, raggiunto con fatica e lavorando su se stesso. Perché soltanto chi non conosce il percorso di Marcell e la maniacalità dei suoi allenamenti può avere qualche dubbio”.
E poi ha affondato: Agli americani potrei citare Coleman (squalificato per doping), ma le risse da bar non mi piacciono».
“Vittoria shock”, “atleta sconosciuto” e insinuazioni sul fatto che Marcell Jacobs nasca lunghista e non velocista. Parole inconcepibili per il dt La Torre.
“Marcell è già un eroe, e se vuole diventare leggenda deve continuare a fare le cose per bene. In questo Gimbo Tamberi gli potrà insegnare tanto, per come ha lavorato negli ultimi cinque anni dall’infortunio del 2016 fino a Tokyo”.
Il dt dell'atletica sull'insinuazione di doping contro Jacobs: "Chi vince i 100 non deve essere per forza americano"
Antonio La Torre non ci sta: "Soltanto chi non conosce il percorso di Marcell e la maniacalità dei suoi allenamenti può avere qualche dubbio"
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4 Agosto 2021 - 12.45
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