Non è la prima volta che un giudice del lavoro dà torto ad un lavoratore che non vuole vaccinarsi ma non accetta di affrontare le conseguenze.
Il giudice del lavoro di Ivrea ha dato torto a una operatrice socio sanitaria che era stata sospesa dalla cooperativa Clavasius per la quale lavorava da un anno e mezzo in una Rsa del Vercellese perché non aveva voluto vaccinarsi.
La donna aveva impugnato la lettera con un provvedimento d’urgenza ma il giudice le ha dato torto.
Nella motivazione del provvedimento ha anche evidenziato che non c’è violazione delle libertà costituzionali dal momento che l’interesse della collettività risulta prevalente su quello dell’individuo.
Ma soprattutto “al singolo lavoratore è comunque garantita la possibilità di rifiutare il vaccino, seppur con le conseguenze ricadenti sulla prestazione lavorativa e in caso di rifiuto, il datore di lavoro è tenuto ad adibirlo a mansioni lavorative non rischiose ove disponibili. Si tratta dunque evidentemente di un equo contemperamento tra i diversi diritti ed interessi coinvolti”.
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