Come si percepiva fin dai primi momenti, le famiglie del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, sono in guerra fra loro per l’affidamento del bambino.
“Criminale. Criminale. Non ho altre definizioni di come ti comporti”: inizia così un post scritto ad agosto ma finora accantonato da Aya Biran, la zia e tutrice di Eitan, il bimbo unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone portato senza permesso dal nonno materno in Israele.
“Tu che vieni con la forza, con la violenza. Nell’atteggiamento che il denaro può comprare tutto – scrive in ebraico sul suo blog -. Mentire davanti al tribunale, cercando di distorcere fatti esistenti e provati”. “Tieni il passaporto israeliano di Eitan. Sono condotti nelle dinamiche della malavita” aggiunge.
Eitan è “cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute”, ha detto in lacrime ai cronisti davanti alla sua casa la zia paterna con a fianco i suoi legali, tra cui l’avvocato Armando Simbari.
Ieri c’è stata una “mossa gravissima, un’altra tragedia per Eitan”, messa in atto dalla famiglia materna e “voglio anche portare a conoscenza” delle autorità israeliane “che il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio”.
Argomenti: israele