Dopo un lungo iter giudiziario, si chiude un procedimento che si era aperto con la denuncia di un’insegnante verso alcuni genitori.
Prima verbalmente e poi per iscritto tramite una lettera inviata sia al preside che all’assessore all’Istruzione, un gruppo di genitori aveva contestato una maestra dell’istituto comprensivo 1 “Grava” di Conegliano (Treviso), incolpandola di essere impreparata e assenteista.
Era il 2017 e l’insegnante aveva subito reagito, querelando i firmatari della missiva.
Ora, dopo 4 anni, il Giudice di Pace le ha dato ragione. La maestra ha rinunciato al risarcimento in denaro in favore di un’offerta alla scuola.
La maestra, la 60enne Miriam Riccardi, insegnava inglese nella scuola elementare Pascoli, plesso dell’Ic Grava. Alcuni genitori avevano messo in dubbio la sua preparazione nella lingua straniera e si erano lamentati.
Al quotidiano, la docente, che adesso insegna in un’altra scuola, ha commentato: “Si diceva che non davo abbastanza da scrivere. Non è stato semplice portare la lettera scarlatta: vivere con la sensazione di vergogna per aver fatto il proprio lavoro al meglio è una cosa orribile, quella lettera era piena di falsità. Alcuni genitori l’avevano firmata probabilmente senza nemmeno rendersi conto dei contenuti. Ma ero stanca di vivere una condizione del genere. Le famiglie devono tornare ad aver fiducia nel lavoro che viene fatto dagli insegnanti”.
“Le accuse alla docente sono state messe per iscritto, ma anche veicolate tramite WhatsApp e perfino attraverso gli alunni, utilizzati come postini, come per fare volantinaggio, creando un’ampia diffusione a danno dell’immagine dell’insegnante”, hanno invece spiegato dalla Gilda di Treviso, il sindacato che ha seguito Riccardi.
Il processo – Durante il processo, dalle testimonianze di presidi e insegnanti è emerso che la docente era stimata e considerata un punto di riferimento. Per quattro riguarda le assenze, invece, è stato dimostrato come fossero giustificate da motivi di salute.
Alla fine del processo, i genitori dei ragazzi si sono scusati con la maestra davanti al giudice. Preso atto del gesto, l’insegnante ha rinunciato al risarcimento in cambio di un’offerta all’istituto per l’acquisto di materiale didattico per l’insegnamento della lingua inglese. “È stata una questione di principio, spero che possa servire anche per altri: gli insegnanti che fanno il loro lavoro devono essere lasciati in pace, non messi alla gogna”, ha concluso Riccardi.