Fino a ieri Giorgia Meloni si lamentava delle continue accuse di nostalgia del fascismo a Fratelli d’Italia, trovandole ingiustificate. Peccato che l’11 novembre scorso, nella sede di Fratelli d’Italia di Civitavecchia, in Via Carducci, è stato presentato il libro ‘Rodolfo Graziani. Il soldato e l’uomo’ di Anna Maria Funari e Gianfranco Santoro, alla presenza del segretario di FdI Paolo Iarlori, il capogruppo in consiglio comunale Vincenzo Palombo e anche Antonio Graziani, nipote del generale.
E già questo dovrebbe bastare: Rodolfo Graziani, generale fascista con responsabilità di comando nelle guerre coloniali in Libia ed Etiopia, fu al centro di un processo delle Nazioni Unite per le sistematiche stragi in Etiopia e anche per il suo ruolo nella Rsi, di cui fu Ministro delle Forze Armate responsabile del bando che condannava a morte i partigiani. Fu anche condannato a 19 anni di reclusione per collaborazionismo, di cui furono condonati 13 anni e 8 mesi. Scontata la pena, si iscrisse al Msi di cui fu Presidente Onorario.
Ma non è finita: nella foto dell’evento, si può notare sulla parete un manifesto della X Mas con la foto di Junio Valerio Borghese, anche lui presidente del Msi e ideatore del cosiddetto ‘Golpe Borghese’, tentativo di Colpo di Stato avvenuto durante la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970.
Giorgia Meloni capisce ora da dove derivano le accuse di nostalgia del fascismo, o ha bisogno d’altro?
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