Parole molto nette mentre l’ex re del Papeete continua a blaterare dicendo di aver difeso i confini. Ma difeso da chi? Da un’invasione di soldati armati? O da poveri disperati.
“Preferisco rispettare la legge del mare che quella degli uomini, perché la legge del mare dice che gli uomini vanno salvati”. Lo ha detto Oscar Camps, fondatore della Open Arms prima di entrare in aula al processo a Matteo Salvini.
“Non c’è cosa più importante che salvare una vita umana – dice ancora Camps Una persona per annegare ci mette 3 minuti e sono tre minuti di sofferenza terribile”. Commentando le parole di Salvini che ha definito il processo “politico”
Camps dice: “Salvini è Salvini”. E aggiunge: “Oggi è un giorno troppo importante, vediamo se ci troveremo di fronte la Guardia costiera che oggi non soccorre e che aspetta le segnalazioni o quella di prima del 2018”.
“Mi aspetto giustizia per tutte le persone che hanno subito sofferenza”, dice. “Non ci sono navi governative che soccorrano – conclude – noi assistiamo a respingimenti, milizie libiche che intervengono”.
Il testimone
“Il primo agosto del 2019 la nave Open Arms ci comunicò avere fatto un soccorso di 52 persone, che poi sono salite a 55. Trattandosi di una prima comunicazione, stante il fatto che noi come Italia non avevamo coordinato quell’attività abbiamo comunicato al ministero dell’Interno. In seguito al decreto sicurezza bis fu emesso un decreto di interdizione di ingresso in acque territoriali firmato dal Ministero dell’interno con firma anche del Ministero infrastrutture e Ministero Difesa”.
A dirlo, deponendo al processo contro Matteo Salvini a Palermo, è Sergio Liardo, capo del III Reparto “Piani e Operazioni” e Imrcc del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
“Ricevemmo una prima comunicazione il primo agosto in area Sar libica- dice Liardo – Ci sono sono ulteriori Sar effettuati di cui fanno una mera comunicazione, poi c”è una richiesta di pos mandata a noi e a Malta”.
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