Che fare? La situazione non è facile perché nel mondo della scuola, purtroppo, i no vax sono tanti.
Le vacanze di Natale sono alle porte per milioni di studenti, ma nelle segreterie è corsa contro il tempo, pensando alla ripresa delle attività didattiche dopo la pausa delle Feste. A gennaio, infatti, saranno ufficializzate le cifre dei docenti senza vaccino che perderanno la cattedra e bisognerà sostituirli.
Dopo l’obbligo di vaccinazione introdotta il 15 dicembre, dei circa 50mila insegnanti No vax, un 20% sarebbe ricorso alla prima dose. Restano, dunque, 40mila prof, compresi quelli esentati dalla vaccinazione e che per questo non potranno lavorare a contatto con gli studenti, da sostituire. Ma come fare? Le graduatorie dei supplenti di ogni ordine e grado sono esaurite da mesi. Non resta che arruolare i laureandi, è l’idea dei presidi.
I numeri
Dei 50mila insegnanti senza vaccino al 15 dicembre, giorno dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola, (un 5% del totale del corpo insegnante, come aveva sottolineato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, dai quali escludere una metà di insegnanti esenti), un 20% si sta mettendo in regola.
In molti istituti viene consegnata in presidenza la prenotazione del vaccino o la certificazione di chi ha già fatto la prima dose nelle ultime ore. Per questi motivi, i numeri aggiornati parlano di circa 40mila prof No Vax, tra i quali ci sono anche quelli, non bisogna dimenticarlo, che, per motivi di salute, dichiarano di non potersi vaccinare tramite certificazione medica. Tutti costoro vanno, dunque, rimpiazzati.
Come sostituire i no vax
Per far fronte, dunque, a queste cattedre che resteranno scoperte e con le graduatorie dei supplenti esaurite da mesi, bisogna ingegnarsi. “Ormai le scuole – ha affermato la dirigente scolastica Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio – chiamano attraverso le Mad, le Messe a disposizione, quindi fuori dalle graduatorie tradizionali. Poi si passa a chiamare anche i laureandi, è una necessità: la didattica va portata avanti, se non ci sono i docenti bisogna trovare una soluzione”.
“La chiamata dei laureandi – ha spiegato Costarelli – è regolamentata per la facoltà di Scienze della formazione, quindi per gli insegnanti delle elementari, ma viene di fatto estesa anche ad altre lauree per le superiori: per matematica e per le materie professionalizzanti degli istituti tecnici e professionali”.
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