Il fascista Roberto Fiore ora ha paura del Covid: "Il compagno di cella è positivo, chiedo i domiciliari"

Fiore si trova nel carcere di Poggioreale per l'assalto fascista alla sede della Cgil del 9 ottobre scorso

Il fascista Roberto Fiore ora ha paura del Covid: "Il compagno di cella è positivo, chiedo i domiciliari"
Roberto Fiore
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29 Dicembre 2021 - 11.14


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Alle volte non si può fare a meno di sorridere per l’ironia del destino: Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, che ha capeggiato l’assalto fascista alla sede della Cgil durante la manifestazione No Vax del 9 ottobre, in questo momento al carcere di Poggioreale, ha chiesto i domiciliari perché “un uomo detenuto nella sua cella è risultato positivo al Covid-19. Il che, considerate le patologie del presidente di Forza Nuova già compiutamente certificate nella relazione medica della professoressa Carmela Rescigno (ipertensione arteriosa resistente a terapia farmacologica ed obesità) e ignorate totalmente dalla Procura e dal Gip del Tribunale di Roma, significa un attentato alla sua vita” dice il suo avvocato Nicola Trisciuoglio. 

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Insomma, il fomentatore delle piazze no vax ora ha paura di prendere il Covid. 

“Nel superiore interesse della tutela della salute di Fiore e, quindi, a tutela della sua vita – annuncia – domani presenterò nuova istanza al Gip per la concessione dei domiciliari. Adesso il Segretario di Forza Nuova rischia la morte. Ho interessato personalmente il Garante dei Detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia e avvertito il Garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello. Unitamente alla professoressa Carmela Rescigno chiederemo un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria. In queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere per le sue gravi patologie su cui va ad incidere l’eventualità concreta del contagio. Ognuno deve in questo momento assumersi le proprie responsabilità, anche quella di tramutare una misura custodiale massima in una condanna a morte. La permanenza di Fiore all’interno della struttura circondariale di Poggioreale – incalza l’avvocato – è un attentato alla vita”.

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