Certamente è al di là di ogni aspettativa il risultato emerso da una ricerca di Skuola.net, che ha evidenziato quanto la generazione Z sia una generazione con i piedi ben piantati a terra e piuttosto tradizionalista, a dispetto di quanto si sente spesso dire dai “grandi”. Anche in amore. La GenZ, infatti, mette il sentimento principe tra le priorità della propria vita. Ma questo non significa che, se non dovesse arrivare quello “vero”, ne farebbero una malattia.
È questo uno degli spunti più interessanti emersi da una ricerca condotta da Skuola.net – portale di riferimento per i più giovani, non solo per motivi didattici – su un campione di 30mila ragazze e ragazzi tra i 12 e i 17 anni, contenuta nel libro “Chi sono? Io. Le altre. E gli altri”, una sorta di ‘atlante’ per orientarsi nell’universo degli adolescenti di oggi.
I tempi cambiano, le tradizioni restano
A smentire quanti pensano che i giovani di oggi non credono più nell’amore come accadeva una volta è l’apertura verso una relazione sentimentale stabile: a sorprendere non è tanto il dato che vede oltre 8 ragazzi su 10 che, proiettandosi nel futuro, si immaginano con un partner al fianco per tutta la vita, quanto il fatto che la stragrande maggioranza (66%) si vorrebbe sposare; mentre una minoranza (16%), pur desiderando un compagno o una compagna per la vita, preferirebbe non formalizzare il legame. Non manca comunque chi vorrebbe rimanere single (3%) o avere la libertà di cambiare spesso partner (5%).
Inoltre, nonostante sia teoricamente prematuro pensare a certe cose, oltre 7 su 10 già adesso dicono che, un domani, vorrebbero avere un figlio. Anche se sono ben consapevoli che, per mettere su famiglia, bisogna gettare delle fondamenta solide. Per questo, per 2 su 3, la stabilità personale ed economica viene prima di un eventuale “erede”.
Queste evidenze non devono comunque indurre in errore: quando si parla di matrimonio e figli, non è detto che debba verificarsi con partner di sesso biologico opposto. Infatti questa è una generazione estremamente “gender fluid”, per cui il 10% degli adolescenti che hanno partecipato all’indagine afferma di non identificarsi in un genere preciso o preferisce non rispondere alla più classica delle domande con risposta binaria.
In cerca dell’amore, ma non a ogni costo
Smettendo di andare troppo in avanti e tornando al periodo dell’adolescenza, come è normale che sia i ragazzi non si sottraggono alle esperienze tipiche di questa età. A condizione che l’altra persona rispetti dei canoni ben precisi. Altrimenti, come detto, si può restare tranquillamente soli. Infatti, il 39% confessa di essere già ora alla spasmodica ricerca di una partner da avere accanto, ma sono molti di più (50%) quelli che preferiscono evitare legami sentimentali a tutti i costi se manca la persona giusta. Appena 1 su 10, però, pensa che si può vivere alla grande anche senza amore.
Le cose che, più di tutte, gli fanno scartare un ipotetico partner? Innanzitutto la smania di possesso, messa dal 35% in cima alla lista delle caratteristiche da cui rifuggire. A seguire la tendenza a isolarsi, costringendo ad allontanarsi dagli amici, una volta fidanzati: è la cosa più insopportabile per il 16%. Terza categoria da evitare, le persone gelose: primo elemento di valutazione per l’11%. Un modo di pensare confortante non solo in occasione di San Valentino ma per la vita in generale.
Già pronti alla scappatella
A ulteriore riprova che l’amore per la GenZ sia una cosa seria, da non buttare via alla leggera, c’è un altro dato: 1 su 3 dice di non essersi mai innamorato/a davvero, ovvero di non aver mai detto a nessuno le fatidiche parole “Ti Amo”. Di contro, però, c’è qualcuno che si innamora anche troppo: tra chi è fidanzato, quasi 1 su 5 confessa di aver tradito almeno una volta. E, pure su questo, lo stacco generazionale non sembra essere così ampio.
“Chi l’ha detto che i giovani di oggi non credono più nell’amore? Forse siamo noi adulti a non comprendere appieno il loro modo di essere romantici”. – sottolinea Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net e co-autore, insieme a Federico Taddia, del testo da cui è tratta la ricerca. “Probabilmente, infatti, lo scarto generazionale riguarda più le modalità con cui questi rapporti nascono e vengono vissuti, spesso attraverso il “filtro” dei social network. Tuttavia è singolare che, mentre i loro genitori o i loro nonni hanno combattuto per ottenere il divorzio e le unioni civili, gli adolescenti di oggi da grandi sognino un rapporto stabile, magari suggellato da un vincolo matrimoniale e da una prole al seguito. Ovviamente non necessariamente con un partner di opposto sesso biologico. E forse con un pizzico di consapevolezza in più rispetto ai genitori: tanti infatti riconoscono nel possesso e nella gelosia qualcosa da evitare il più possibile. Ed è un grande passo in avanti”.