Prima la Shoah, tentando di far passare negazionisti, no vax e no green pass come gli ebrei perseguitati dai nazisti. Poi un improbabile comitato di liberazione nazionale paragonandosi (tra un salotto tv e l’altro) ai partigiani. Ora Giordano Brno, come se qualcuno volesse mandarli al rogo.
Torce accese, green pass dati alle fiamme e un moderno Giordano Bruno che invita a bruciare il certificato verde “per cambiare il corso della storia”. Nel 422esimo anniversario della morte del filosofo, avvenuta il 17 febbraio 1600, i collettivi ‘Quaderni dell’aria’ e ‘Salute e libertà’ hanno portato questo pomeriggio in piazza Castello a Torino ‘L’Eresia’ per denunciare davanti a un improvvisato tribunale dell’Inquisizione che “i roghi bruciano ancora attraverso sospensioni, radiazioni, discriminazioni sociali”.
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“Giordano Bruno era un libero pensatore arso vivo dal pensiero unico di allora – hanno sottolineato dal palco gli organizzatori – nel 2022 non è cambiato nulla, oggi come ieri i liberi pensatori vengono perseguitati perché non si assoggettano alla narrazione corrente. Non lo fanno con i roghi ma tentando di zittirci, ma la nostra tenacia per difendere la nostra libertà è la stessa di allora”.
In piazza anche il leader della Variante Torinese, Marco Liccione, che commentando il rogo dei green pass ha osservato: “bruciare il certificato verde è l’ennesimo sfogo delle persone stante di un governo incompetente che non è disposto a confrontarsi ed ascoltare”.