Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha parlando della fine dello stato di emergenza legato al Covid.”La fine dello stato d’emergenza va vissuta come una notizia positiva. La nostra attività era legata a questa situazione. In questi due anni i colleghi che si sono alternati nei due differenti comitati hanno offerto il meglio delle loro capacità. Si è sviluppato un rapporto di dialogo e collaborazione tra scienza e politica mai esistito prima in forma così strutturata. Penso debba restare un patrimonio del Paese – ha aggiunto – da questo confronto continuo con colleghi di valore ho tratto insegnamenti personali e l’evidenza, mai più da dimenticare, che dedicare risorse alla salute vuol dire investire nel futuro di un Paese. Per il futuro noi come classe medica non dovremo mai restare in silenzio se si dovessero ripresentare situazioni di riduzione delle risorse dedicate a quel patrimonio inestimabile che è il servizio sanitario pubblico”.
In due anni di emergenza Covid il momento più “lacerante” per Locatelli è stato “l’aver dovuto indicare di sospendere le cerimonie funebri in presenza. Con quella scelta abbiamo senz’altro risparmiato vite, ma abbiamo tolto affettivamente molto al momento supremo dell’ultimo saluto ai propri cari”. “Il mondo dell’oncoematologia non è completamente nuovo alle infezioni virali. Inoltre ho studiato molto e mi sono concentrato al massimo sottraendo tempo alla mia vita privata. Ci metta in più qualche alzataccia, qualche nottata tiratardi, e capirà come ho fatto a costruire competenza”
Sul fronte dei vaccini, secondo Locatelli, “è prioritario incrementare il numero delle persone che devono ricevere la prima dose booster, di richiamo, per ottenere una compiuta protezione vaccinale”. Sulla possibilità di somministrare la quarta dose Locatelli ha spiegato che “con i vaccini oggi a disposizione, la somministrazione di un’eventuale seconda dose booster, che ha dimostrato di possedere un profilo di sicurezza simile a quello della terza dose, permetterà di incrementare la protezione conferita dalle cellule della memoria immunologica, ripristinando i valori che si osservavano nelle settimane successive al primo booster”, ha concluso.