Sono estremisti di destra, chiaramente filo-Putin tanto che auspicano cambiamenti alla Costituzione in senso filo-russo e ovviamente omofobi e iper tradizionalisti. “Basta armi al comico guerrafondaio´ è lo striscione esposto ieri sera davanti a quella che è considerata la villa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Forte dei Marmi (Lucca) da un gruppetto di persone aderenti al `Movimento nazionale Rete dei patrioti´.
L’iniziativa, spiega una nota, è per «protestare contro la folle politica perseguita dall’attuale governo italiano e, con ogni probabilità, anche dal prossimo: aumentare le spese militari per sostenere il governo ucraino che, da otto anni, bombarda la popolazione russofona del Donbass, mentre si impongono sanzioni alla Russia che creano crisi energetica, aumento delle bollette e danneggiano tanto le esportazioni quanto il turismo, è semplicemente suicida».
«Forte dei Marmi è una località simbolo di questa politica scellerata – sottolinea Augusto Gozzoli, portavoce toscano del Movimento – una cittadina che da decenni beneficia del turismo russo di fascia alta e che è stata danneggiata dal sequestro, arbitrario e ingiustificato delle proprietà dei cittadini russi. Coerenza imporrebbe di sequestrare anche la villa di uno dei maggiori responsabili della tragica situazione attuale: quel Volodymyr Zelenskij che prometteva la pace nel Donbass e che invece non ha concesso tregua ai suoi concittadini di Donetsk e Lugansk, violando costantemente gli accordi di Minsk e provocando la reazione della Federazione Russa».
Il manifesto politico iper-tradizionalista
Nel manifesto politico del movimento è scritto tra le altre cose: “Vogliamo perciò che tra i principi fondamentali sia espressamente previsto un riferimento analogo a quella della Costituzione russa, che riconosce “la Fede in Dio, trasmessa dai nostri avi al popolo russo” e a quello della costituzione ungherese, in cui si dichiara che “noi siamo orgogliosi del fatto che mille anni fa il nostro re, Santo Stefano, ha fondato lo stato ungherese su solide fondamenta, e reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana. (…) Riconosciamo il ruolo che il Cristianesimo ha svolto nella conservazione della nostra nazione”.