Giuseppe Amato, il procuratore di Bologna, si esprime in merito all’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la 56enne uccisa dall’ex compagno a luglio denunciato per stalking:
“Ciò che è accaduto ci lascia sconcertati, ma noi abbiamo fatto tutto con impegno e celerità”. Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. L’episodio che poi si è verificato è stato qualcosa di diverso e imprevedibile rispetto al contenuto della denuncia che rappresentava episodi di molestie, spesso via social. Non di violenza”.
La questione sul mancato divieto di avvicinamento – Il fatto che il rapporto dei carabinieri fosse atteso per fine agosto, un mese dopo la denuncia, è “perché alcune delle persone da interrogare erano in ferie”, spiega. Oltretutto, a suo dire, non c’erano gli estremi per un divieto di avvicinamento o per far scattare una vigilanza sotto casa: “La denuncia era per fatti di molestie da riscontrare. I processi non si fanno sul sentito dire o solo sulle denunce. Non c’era la rappresentazione di una possibile violenza”.
Poi conclude: “Molti Soloni dimenticano che i giudizi vanno rapportati alla situazione ex ante. Dopo un omicidio sono tutti bravi a fare i professori”.