È stato un duro colpo quello inferto dalla Guardia di Finanza di Pescara che, nel corso dell’operazione “Stop Fake”, mirata a contrastare la filiera dell’illecito fra Abruzzo e Lazio, ha sequestrato 130mila articoli taroccati e non sicuri. Sul mercato avrebbero fruttato oltre 52.000 euro di profitto illegale.
Nello specifico, tra i pezzi che sono finiti sotto sequestro figurano 120mila articoli di bigiotteria non conforme, senza alcuna certificazione sulle percentuali di presenza di materiale potenzialmente nocivo come cadmio, nichel e piombo, nonché più di 11.000 carte da gioco “Pokemon” contraffatte, molto in voga tra i giovani e i collezionisti che le acquistano, in genere, come investimento da far fruttare, con ampi guadagni, sul mercato internazionale. Le carte più rare, infatti, raggiungono valori che vanno da decine di migliaia fino a milioni di euro.
Le indagini, in particolare, hanno acceso i riflettori su alcune persone di nazionalità cinese, impegnate nelle diverse fasi del commercio illegale, dalla distribuzione sul territorio nazionale alla rivendita al dettaglio nella provincia di Pescara. In tutto sono stati denunciati quattro negozianti cinesi.
“Il controllo economico del territorio, quando è orientato all’anti contraffazione, garantisce e tutela diversi beni giuridici, a difesa della proprietà intellettuale, dell’interesse degli operatori economici che rispettano le regole, e non da ultimo, della tutela della salute dei consumatori”, commenta il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale delle Fiamme Gialle.
“Con l’avvento delle nuove frontiere tecnologiche, i rischi di cedere, vendere o scambiare un falso dal valore di pochi centesimi di euro come un pezzo raro e costoso, sono decuplicati. Per questo il presidio del corpo si estende anche al mondo del virtuale e del commercio elettronico”.