Gli studenti del quarto anno delle superiori di Rondine Cittadella della Pace, in provincia di Arezzo, hanno iniziato l’anno scolastico con otto compagni di banco d’eccezione: gli ex alunni ebrei espulsi dalle scuole italiane a seguito delle Leggi Razziali del 1938, la cui prima normativa, promulgata proprio il 5 settembre di 84 anni fa, stabiliva con il “Regio Decreto Legge n.1390 per la difesa della razza nella scuola fascista” l’espulsione di tutti gli studenti ebrei dalle scuole di ogni ordine e grado.
“Vogliamo una scuola di pace e di inclusione”, le parole del ministro dell’Istruzione Bianchi nel videomessaggio di saluto inviato per l’iniziativa.
Il saluto del ministro Bianchi – “A 84 anni dalla promulgazione delle leggi per la difesa della razza nella scuola fascista noi non vogliamo più ripercorrere quelle vie, ma vogliamo una scuola di pace”. Lo ha affermato Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, in un videomessaggio inviato all’apertura dell’anno scolastico degli studenti di Rondine Cittadella della Pace, che ha visto la presenza di 8 ex alunni ebrei espulsi dalle scuole a seguito del regio decreto del 5 settembre 1938. “I valori dell’inclusione, dell’apertura e dell’affettuosità sono elementi fondanti della nostra scuola”, ha detto Bianchi, secondo cui “una scuola aperta, inclusiva e affettuosa è una scuola di pace, una scuola che lavora per costruire la pace. Dirlo oggi in questo momento così difficile tutto il mondo, in cui spirano venti pesantissimi di guerra, la nuova carestia sta colpendo tanti Paesi, e la pandemia sembra ancora dover segnare tante vittime in giro per il mondo, io credo sia un segnale fortissimo, grazie a coloro che nel 1938 vennero esclusi e che oggi diventano portatori di inclusione”.
Il messaggio di Liliana Segre – “Che la parola indifferenza, che io ho tanto voluto al memoriale della Shoah a Milano, non vinca su tutto”, ha detto Liliana Segre, senatrice a vita, in collegamento video con l’apertura dell’anno scolastico degli studenti di Rondine Cittadella della Pace.
La stessa Segre, all’età di otto anni, fu espulsa da scuola. “Trovai grande difficoltà al ritorno da Auschwitz – ha ricordato – grande difficoltà a parlarne, grandi difficoltà a far credere anche a quei parenti che ritrovai, e che mi amavano, quello che avevo visto con i miei occhi e che per i casi strani della vita ero ancora viva per raccontare. Ma di queste cose è difficile parlare. O si ha la fortuna di riuscire a scrivere come Primo Levi, come altri che sono riusciti a fare dei diari, oppure si tace per tanti, tanti, tanti anni. E quando si racconta, non si sa se chi ti ascolta abbia creduto a quella testimonianza”. Segre ha concluso il suo intervento lodando l’esperienza di Rondine, di cui è da sempre sostenitrice, e dove nel 2020 pronunciò la sua ultima testimonianza pubblica sull’esperienza vissuta nel lager: “Rondine non è indifferente, Rondine è fantastica, e la sua scuola di inclusione è il contrario di chi fa trovare la porta chiusa. Grazie Rondine!”.