Parla il 46enne arrestato per l'accoltellamento al centro commerciale: "Invidia per chi è felice"

L'uomo, un italiano con problemi psichici, ha spiegato al pm la motivazione del suo gesto

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28 Ottobre 2022 - 14.44


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Il 46enne arrestato, Andrea Tombolini, ha spiegato al pm Paolo Storari il perché ha preso un coltello dagli scaffali del supermercato Carrefour e ha accoltellato sei persone, uccidendone una. “Pensavo di star male, di essere ammalato. Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia“, ha raccontato.

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L’uomo, accusato di omicidio e tentato omicidio, era in cura da un anno per problemi mentali e si trova ora piantonato all’ospedale San Paolo nel reparto di Psichiatria. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 46enne era disoccupato, solo e affetto da una grave depressione. Viveva con il padre, la madre e la sorella. Al centro commerciale è arrivato a bordo con una bicicletta, con cui era solito girare per le vie della città. 

Dopo quanto accaduto, la Procura di Milano ha suggerito a Carrefour di ritirare dagli scaffali di tutti i suoi supermercati italiani i coltelli in vendita per il timore di eventuali episodi di emulazione. Invito accolto dalla catena di supermercati che ha reso noto di aver “rimosso tutti gli oggetti taglienti da tutti i punti vendita”. La società ha anche fatto sapere che, in segno di rispetto per la vittima (un dipendente, Luis Fernando Ruggieri, 46enne boliviano), la sede di Assago rimarrà chiusa nel giorno del funerale. Siamo in stretto e costante contatto con le famiglie coinvolte per supportarle in ogni modo possibile e siamo a completa disposizione delle autorità competenti per far in modo che la giustizia faccia il suo corso. Inoltre, in tutti i punti vendita d’Italia verranno indetti due momenti di silenzio, alle 12 e alle 17″.

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Anche un altro impiegato del punto vendita è stato ferito, ma non è in pericolo di vita. “Siamo felici di apprendere che l’altro nostro collaboratore rimasto ferito non è più in pericolo di vita, e ci auguriamo che possa rimettersi presto – si legge ancora nella nota -. Ringraziamo di cuore tutti coloro che sono intervenuti con grande coraggio per fermare l’aggressione, rischiando di rimanere feriti”.

Non è la prima volta che in Italia una persona accusata di omicidio spiega agli inquirenti di aver agito per invidia nei confronti di una o più vittime. Il 23 febbraio 2019, il 27enne Said Machaouat raccontò di aver ucciso un passante a caso perché sembrava felice. Si trattava del 34enne Stefano Leo, che stava passeggiando a Torino, nella zona dei Murazzi, in riva al Po. “Ho scelto fra le tante persone che passavano di uccidere questo giovane perché si presentava con un’aria felice. E io non sopportavo la sua felicità“, disse il giovane, condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato.

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