Governo Meloni, la vergogna continua: la nave Humanity 1 della ong “Sos Humanity”, con a bordo 179 naufraghi, dopo essere entrata nel porto di Catania ha fatto sbarcare 155 migranti, dopo l’ispezione delle autorità italiane, come previsto del nuovo decreto, per individuare fragili, donne e bambini.
Gli altri 24 migranti dovranno invece tornare al largo. I primi a lasciare la nave sono state tre donne minorenni con un neonato.
“Al momento ci sono circa 24 i naufraghi ancora a bordo della Humanity 1 al porto di Catania, che le autorità italiane sembra non vogliano lasciar sbarcare: sono tutti uomini adulti, senza problemi medici”, riferisce la ong.
Tre ragazze minorenni e un neonato primi a sbarcare – Tre donne minorenni con un bambino di 7 mesi sono i primi naufraghi ad aver lasciato la Humanity 1. Poi hanno cominciato a scendere uno ad uno i minori, molto lentamente. Tra gli ispettori a bordo, in tutto tre, anche un rappresentante del ministero della Salute. Negli ultimi giorni la ong aveva riferito che a bordo ci sarebbero oltre cento
Attivisti sul molo protestano – Poco distante dalla nave, dietro uno striscione dalla scritta portiaperti, una trentina di attivisti avevano inscenato una protesta allo slogan di “tutti liberi e tutte libere”, chiedendo lo sbarco immediato di tutti i naufraghi. Secondo quanto prevede il nuovo decreto, durante l’ispezione andranno individuati persone fragili, donne e bambini: gli unici – secondo il provvedimento – che hanno i requisiti per sbarcare.
Ong Humanity: illegale lasciare porto se non sbarcano tutti – “Non sono io il capitano, non decido io, ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi”, aveva detto Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity, parlando con i giornalisti sul molo di Levante dopo che i primi migranti sono fatti scendere dalla nave della ong. “I primi a sbarcare – ha confermato – sono stati minorenni e bambini piccoli accompagnati dalle madri. I controlli sono ancora in corso, ma Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro”.
Argomenti: governo meloni