Alessia Piperno, la travel blogger tornata in Italia tre settimane fa dopo la prigionia nel carcere di Evin, a Teheran, è tornata a scrivere della sua esperienza sui social.
“Ho visto, subito e sentito cose, che non dimenticherò mai, e che un giorno mi daranno la forza per lottare accanto al popolo iraniano. Non avevamo fatto nulla per meritarci di essere rinchiusi tra quelle mura, e non posso negare che siano stati i giorni più duri della mia vita”.
«Esistono ancora prigioni cosi in Iran? Domandai alla mia guida. Lui sospiro’. `Purtroppo si, la prigione di Evin, che si trova proprio nella parte nord di Teheran´». Spiega di essere stata attraversata dai brividi dopo quelle parole, «senza lontanamente immaginare che 21 giorni dopo, sarei stata anche io, una detenuta, proprio in quella prigione».
Quando è stata fermata, Alessia era all’inizio del suo settimo anno in viaggio, ed era il giorno del suo compleanno: «Non avevo partecipato alle proteste, perché ci era stato sconsigliato, e il rumore degli spari, mi metteva paura». Ora è a casa, libera sì, ma fisicamente. «È la mia mente a non esserlo – confessa – , perché in quell’angolo di inferno sono ancora rinchiuse le mie compagne di cella, migliaia di iraniani» e un suo amico. È tornata a una vita apparentemente normale: «esco, a volte rido, faccio progetti per il mio futuro, e dormo in un letto», ma «la mia mente ora vive un po’», tra il presente e il pensiero di quei giorni: «Oggi è lunedì, oggi in prigione si fa la doccia. Domani è martedì, ci sono i 5 minuti d’aria».
Conclude con un ringraziamento e una riflessione: «Ancora una volta non posso che ripetermi che sono fortunata, siamo fortunati, e credetemi, non è scontato, come non lo è la nostra libertà».