Il detto è antico ricordato anche per il manzoniano fra Cristoforo quando girava per le rive del lago di Como prima di salvare Renzo e Lucia dai “bravi” di don Rodrigo. Sorte diversa è toccata al ministro di Giustizia – veneto doc – nel tentativo di salvare capre e cavoli nel vano amletico intervento al Senato e alla Camera. Comunque, inqualificabile invece la riflessione pochissimo riflessiva affidata dal Capo del Governo al corriere di domenica: una difesa integrale senza se e senza ma dei suoi uomini.
Un tentativo di salvataggio senza contradittorio, fatto in modo autoritario e senza giustificazione adeguata: solo la comune apparenza di partito, la condivisione del disastrosissimo intervento parlamentare dell’onorevole Donzelli – responsabile nazionale di Fratelli Italia e vicepresidente del Copasir. Il quale tra latro ha osato accusare l’opposizione utilizzando verbali riservati ottenuti dal sottosegretario alla Giustizia – anche lui di Fratelli d’Italia – che disinvoltamente aveva fornito materiale comunque delicato per l’attacco al PD.
Due vicende gravi e squallide anche per l’allusione esplicita al rischio di una compromissione dei parlamentari PD con i Mafiosi al 41 bis nello stesso carcere di massima sicurezza in cui era detenuto l’anarchico Cospito, in sciopero della fame ininterrotto. Una situazione all’esame del ministro Nordio, della procura di Roma che ha aperto un fascicolo e anche presso Montecitorio, dove il presidente Fontana ha già provveduto a nominare un giurì d’onore per una valutazione complessiva della grave vicenda.
C’è peraltro una richiesta di dimissioni da parte di tutte le opposizioni e anche differenti valutazioni tra le forze di maggioranza. La Presidente Meloni non senza un eccesso di disinvoltura, scavalca tutti quanti i problemi, e con una decisione personale vorrebbe liquidare ogni difficoltà e far giustizia da sola. Tra latro resta singolare che, prima della singolare missiva al Corriere della Sera, la Presidente non abbia aperto bocca e ha eluso ogni risposta alle domande di due giornalisti tedeschi durante la sua visita a Berlino.
Siamo ben consapevoli che il ruolo dell’opposizione è sempre fondamentale, come la libertà di stampa, per il corretto svolgimento della vita democratica a cominciare dalle sue istituzioni. E il parlamento ne è componente irrinunciabile. Né può bastare evocare un accorato appello, pur comprensibile, all’unità di tutti: contro il terrorismo, la mafia e ora anche l’insorgenza degli anarchici. Le loro manifestazione fanno rumore ma vanno considerate nella loro reale consistenza: appare in certa misura esorbitante equipararli a ben altri fenomeni terroristici criminali che hanno insanguinato la Repubblica ma hanno anche causato vittime dolorose come Valpreda e Pinelli. O addirittura casi famosi come gli italo-americani Sacco e Vanzetti finiti sulla sedia elettrica a Boston nel 1927 per poi cinquant’anni dopo essere finalmente scagionati.
Sarebbe grave appellarsi al rischio della violenza, facendo un calderone unico di mafia, terrorismo e anarchia proprio quando magistratura, forze dell’ordine e opinione pubblica manifestano un comune sentire e un atteggiamento di rigetto verso ciascuno di questi fenomeni. Restano ovviamente inaccettabili e da combattere in ogni caso, sempre nel rispetto della dignità della persona e senza mai smarrire la funzione riabilitativa della pena anche più grave.
Non appare dunque lecito a nessuno presumere di liquidare, non si capisce su che base e con quale legittimazione, ogni aspetto di questioni e problemi che restano aperti e che spetta sia al parlamento sia all’autorità giudiziaria esaminare nella loro indipendenza e nella loro autonoma responsabilità.