La Geo Barents, nave di Medici Senza Frontiere che trasporta i migranti verso l’Italia e non solo, in un’intervista a La Stampa ha parlato del sequestro di venti giorni e della multa che la Ong si è vista recapitare. «Solo un pretesto per bloccarci, mentre la gente muore in mare. Faremo ricorso, così come lo abbiamo fatto, con successo, sugli sbarchi selettivi, così come lo abbiamo fatto sull’assegnazione di porti lontani, tema su cui il Tar del Lazio si esprimerà a maggio».
La Capitaneria di porto di Ancona, sostiene, contesta «di non aver condiviso, dal momento dello sbarco all’approdo, i dati di un’apparecchiatura che si chiama Vdr, una sorta di scatola nera della nave» che «registra le ultime dodici ore di navigazione e cancella quelle precedenti. Quindi, considerato che abbiamo effettuato il soccorso il 13 febbraio e siamo approdati ad Ancona il 17, non eravamo nelle condizioni di fornire la registrazione delle 12 ore successive al soccorso, già cancellate automaticamente».
«Abbiamo sempre fornito alle autorità tutti i dati, nella massima trasparenza. Ma il Vdr non viene mai usato se non dopo un incidente in mare. Il provvedimento è parte di una persecuzione finalizzata a fermare le navi di soccorso, una misura per toglierci di mezzo e per impedirci di stare attivamente nella zona dove c’è più bisogno».
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