«Vi ricordate gli annunci di voler accogliere i profughi afghani in fuga dai talebani, meno di due anni fa? O i proclami di vicinanza ai manifestanti iraniani vittime delle feroci repressioni teocratiche del regime iraniano? O la solidarietà dalla Siria in fiamme o ai milioni di sfollati in Pakistan funestato dalle alluvioni? Ecco, erano tutte chiacchiere». Così Sea Watch, all’indomani del naufragio avvenuto a largo delle coste di Crotone e costato la vita sinora a 62 persone, parlando con l’Adnkronos delle nazionalità delle vittime dell’ennesima strage di migranti.
«Quelle persone morte affogate a pochi metri dalla spiaggia europea erano proprio quelle famiglie in fuga», denuncia l’ong, sottolineando ancora una volta che «non c’è modo legale di arrivare in Europa, questa è la verità. «Annunciare di voler bloccare le partenze da luoghi in cui è impossibile sopravvivere o dove si negano i diritti fondamentali, oltre a essere impossibile, è un proposito ignorante che nega la speranza di un futuro per uomini, donne e per i loro figli», conclude.
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