Una vittima innocente. Un attentato lodato da Hamas ma condannato dalla comunità arabo-israeliana che sa bene che uccidere chi capita non aiuterà il popolo palestinese nella giusta battaglia per i suoi diritti, a cominciare da quello di avere una patria.
Alessandro Parini, l’italiano morto nell’attentato a Tel Aviv, era un giovane avvocato italiano di 35 anni che, dopo essersi diplomato con al liceo Massimo con una votazione di 100 su cento, si era dedicato agli studi giuridici, in particolare al diritto amministrativo.
Come spiega il curriculum su sito dello studio «Police & Partners», dove lavorava, si era laureato con il massimo dei voti nel 2011 alla Luiss di Roma (l’argomento della tesi erano gli accordi di diritto amministrativo nella fase di riscossione dei tributi). Poi aveva conseguito il dottorato di ricerca nel 2019 presso l’università di Tor Vergata, sempre a Roma.
Dal 2014 era abilitato all’esercizio della professione di avvocato e l’anno scorso aveva superato l’esame per poter patrocinare dinanzi alla Corte di cassazione e alle altre giurisdizioni superiori.dal 2014. Si occupava di diritto dei contratti pubblici, della concorrenza e delle comunicazioni elettroniche ed era socio dell’Associazione giovani amministrativisti.
Aveva la passione per i viaggi in Medio oriente, come quello che aveva fatto nel 2019 a Petra e Wadi Rum in Giordania.
