Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei geologi in Emilia Romagna, ha tracciato un bilancio di ciò che è accaduto in questi giorni. “Abbiamo avuto a inizio maggio piogge estremamente intense. Ma l’acqua non aveva sormontato gli argini, bensì li aveva rotti. E questo riguarda principalmente la manutenzione più che il clima. Poi sono arrivate altre eccezionali piogge, intorno a 250 millilitri: un fenomeno ovviamente diverso. Chiaro che di fronte a un evento del genere gli argini anche ben manutenuti difficilmente tengono”
“Considero questo evento come eccezionale. La nostra regione ha un dissesto idrogeologico molto pronunciato, sia per conformazione geomorfologica del territorio che per densità abitativa”.
“Dal dopoguerra si è aggiunta un’incredibile continuità di costruzioni alimentata dal boom economico. In passato c’era meno attenzione al territorio. Si cercavano di superare i vincoli in assoluta buona fede. Oggi certe situazioni in prossimità dei fiumi – se la piovosità rimane a questi livelli – non potremo più permettercele. E comunque bisogna studiare la situazione e serve buon senso perché ci sono ormai attività economiche consolidate. Non sempre puoi spostarle. Intanto però partiamo dal cantoniere che pulisce il fosso e poi possiamo arrivare alle grandi strutture che costano centinaia di milioni. Abbiamo margini di recupero piccolissimi in ogni settore. Ma se li recuperiamo possiamo fare tanto”.