Un’ultima difesa si erge improvvisamente lungo la strada Faentina, poco a ovest della città. Oltre quella barriera di terra si estende Ravenna, con le sue preziose testimonianze storiche, chiese e mausolei che raccontano una millenaria storia. Ravenna è circondata dalle acque del fiume Lamone e degli altri corsi d’acqua, che avanzano impetuosi dalla frazione di Fornace Zarattini, seppellita durante la notte da due metri di fango. Questa è ora la nuova linea di frontiera dell’alluvione in Romagna, l’assedio di Ravenna.
“Il giorno di oggi (o meglio, di ieri) rappresenta la sfida più difficile per la nostra città. Non sappiamo dove potremo fermare l’avanzata delle acque”, ammette il sindaco Michele de Pascale, invitando i cittadini a cercare rifugio ai piani superiori. “Stiamo vivendo momenti di grande preoccupazione, impegnati in prima linea nell’evacuazione e nella protezione delle persone. L’enorme flusso d’acqua che fuoriesce dalle crepe degli argini (l’ultima si è formata sul fiume Lamone tra Reda e Fossolo) sta causando danni devastanti in molte zone.”
Questo è ciò che viene definito l’effetto domino delle inondazioni dei fiumi sui canali secondari, un intricato labirinto d’acqua che trabocca in ogni direzione, mentre la terra bonificata, ormai saturata come una spugna, non riesce più ad assorbire ulteriori quantità. “Nell’area ravennate, il sistema di canali e argini è stato sopraffatto e l’acqua che affluisce dal terreno risale”, riassume Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, delineando la situazione critica.
La città di Ravenna, rinomata per il suo patrimonio storico e artistico, si trova ora a combattere contro la forza implacabile della natura. La rapida costruzione di queste difese di emergenza rappresenta l’ultima speranza per contenere l’avanzata delle acque di piena. Il fiume Lamone e gli altri corsi d’acqua hanno superato gli argini, sommergendo il vicino quartiere di Fornace Zarattini con uno strato di fango alto due metri.
Il sindaco Michele de Pascale è pienamente consapevole della gravità della situazione e invita i cittadini a cercare rifugio ai piani superiori, poiché la città affronta la sua giornata più critica. Le ore sono cariche di grande preoccupazione mentre l’inarrestabile flusso d’acqua costringe all’evacuazione e mette a repentaglio la sicurezza dei residenti. Le crepe negli argini, inclusa quella più recente sul fiume Lamone tra Reda e Fossolo, causano danni devastanti in numerose zone.
Questo effetto a cascata delle inondazioni dei fiumi sui canali secondari crea un intricato labirinto d’ acqua, saturando la terra che un tempo era una rigogliosa area di bonifica. Il sistema di canali e argini, precedentemente utilizzato per regolare i livelli delle acque, si è rivelato inefficace, contribuendo ad aggravare ulteriormente la situazione.
Nonostante le avversità, i cittadini di Ravenna si uniscono nella lotta contro questa catastrofe naturale senza precedenti. Con determinazione e resilienza, affrontano le immense sfide dell’alluvione, cercando di proteggere la loro amata città e il suo inestimabile patrimonio. Le autorità, guidate da Fabrizio Curcio, responsabile della Protezione Civile, lavorano instancabilmente per coordinare le operazioni di soccorso ed emergenza, sottolineando l’urgenza della situazione.
Man mano che l’assedio di Ravenna si intensifica, la città si erge come un simbolo dello spirito indomabile del suo popolo. Nonostante le acque che continuano ad avanzare e la battaglia contro le inondazioni che si fa sempre più ardua, la determinazione collettiva nel preservare vite umane e tesori culturali rimane inalterata. La ricca storia di Ravenna e la sua profonda resilienza sono pronte a emergere vittoriose, aprendo la strada alla rinascita dopo questa devastante calamità.