Kataleya, prelevato il dna della bambina da uno spazzolino: ecco le ipotesi della procura

Kataleya Alvarez, il padre Miguel Angel Ramon Chiclio Romero ha esposto agli inquirenti il timore che "qualche nostro vicino sappia qualcosa ma non parli".

Kataleya, prelevato il dna della bambina da uno spazzolino: ecco le ipotesi della procura
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16 Giugno 2023 - 12.15


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Kataleya Alvarez, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, non è ancora stata ritrovata. I genitori della piccola sono stati ascoltati in procura e si ipotizza un regolamento di conti tra bande. Intanto gli inquirenti hanno prelevato lo spazzolino da denti usato da Kataleya per ricavare il Dna e confrontarlo con eventuali tracce. 

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E’ stato il padre, Miguel Angel Ramon Chiclio Romero, a raccontare agli inquirenti il timore che “qualche nostro vicino sappia qualcosa ma non parli”, scrive la “Stampa”. Ha detto che “la guerra tra bande per la gestione del pagamento delle stanze ha rovinato i rapporti. E in mezzo forse c’è finita proprio Kata”. Liti, risse e scontri d’altra parte sono all’ordine del giorno da tempo nell’ex hotel diventato rifugio per disperati. E a gestire il racket delle camere sono bande di peruviani e un clan di romeni. 

Ci sono anche alcuni connazionali della famiglia di Kata che accusano i suoi genitori di essere coinvolti proprio nel business del pizzo da 500 euro al mese chiesto per le stanze nel complesso. E tra le voci c’è anche quella che il rapimento possa essere una vendetta. Mentre sarebbe infondata l’ipotesi del coinvolgimento di un uomo vestito di nero, che compare nel video di Kata alle 15:01 di sabato, mentre la piccola rientra all’Astor. 

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Al centro delle indagini di Procura e carabinieri c’è dunque la faida legata al racket delle stanze. Anche se non si esclude la pista del rapimento come ritorsione per lo stupro di una quindicenne d a parte di alcuni peruviani del quartiere San Jacopino. 

L’ipotesi più attendibile secondo gli investigatori è che Kata sia stata portata via dopo essere stata nascosta in un trolley o un borsone, che potrebbe anche essere stato lasciato per qualche tempo nei locali del vicino condominio, dove martedì ci sono stati i controlli a tappeto. Sarebbe poi stata caricata su un’auto, probabilmente proprio nel cortile. Secondo due testimoni la piccina è stata portata via nel cortile sul retro dell’ex albergo che dà sul condominio vicino, dove martedì sono stati perquisiti tutti i 19 appartamenti. Alcuni residenti spiegano che “una volta a settimana dall’Astor spediscono le valigie con dei furgoni bianchi”. E infatti i video delle telecamere continuano a essere visionati per trovare qualche ipotetico dettaglio utile alle ricerche. 

Sembra invece definitivamente scartata una fuga dell’eventuale rapitore attraverso l’ingresso principale, che dà su via Maragliano: per arrivarvi il percorso è molto lungo ed esposto e diverse persone avrebbero potuto vedere. 

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Venerdì mattina i carabinieri sono tornati all’ex hotel Astor, uscendo poco dopo con due donne che sono state fatte salire su auto dell’Arma. Si tratta di una cittadina di origini romene che vive nell’edificio occupato e di una giovane peruviana, anche lei residente nel palazzo: entrambe devono essere sentite in procura come persone informate sui fatti. 

Dopo l’interrogatorio dei genitori, è arrivata la rinuncia ad assistere la madre di Kata da parte dell’avvocato Daica Rometta per “reiterato interferenze esterne”. Su Facebook una persona ha postato “Kata è in Germania con me”: testimonianza subito giudicata inattendibile dagli investigatori. 

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