Il vice-presidente del Csm Pinelli: "La lotta alla mafia riguarda tutti, non arretrare"

Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, aprendo il plenum di questa mattina, nel 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio ha chiesto un minuto di silenzio

Il vice-presidente del Csm Pinelli: "La lotta alla mafia riguarda tutti, non arretrare"
Fabio Pinelli
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19 Luglio 2023 - 23.04


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La lotta alla mafia è un movimento culturale che coinvolge tutti, specialmente le nuove generazioni. “Non ha colorazioni politiche e deve essere cerniera per unire magistratura, politica e società civile in una direzione di contrasto che non accetta arretramenti”, ha detto il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, aprendo il plenum di questa mattina, nel 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio.

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Ha chiesto ai consiglieri un minuto di raccoglimento per onorare la memoria del giudice Paolo Borsellino, “un modello di magistrato – ha ricordato il numero due di Palazzo dei Marescialli – che rifuggiva una dimensione burocratica e corporativa del ruolo, proteso a vivere la propria funzione come dovere di servire il Paese a garanzia dei diritti di libertà dei cittadini e a salvaguardia delle istituzioni democratiche. Ci ha insegnato il senso e la dignità dell’impegno, il valore del servire e l’importanza del contributo di ciascuno al processo di costruzione del Paese”.

Un minuto di silenzio in apertura dei lavori del plenum del Consiglio superiore della magistratura per ricordare Paolo Borsellino e gli uomini della scorta, nel giorno dell’anniversario della strage di Via D’Amelio. A chiederlo il vicepresidente, Fabio Pinelli.

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“Ci sarebbero tante frasi importanti che ha detto nel corso della sua vita: ricordiamo la sua idea che la lotta alla mafia fosse un movimento culturale che dovesse coinvolgere tutti, innanzitutto le nuove generazioni, il suo invito a sentire il fresco profumo di libertà e di rifuggire il cattivo odore del compromesso morale”, ha detto Pinelli, sottolineando che Borsellino “ci dà lo spunto per dire che oggi la lotta alla criminalità organizzata non deve avere colorazioni politiche, deve riguardare tutti ed essere una cerniera tra società civile, politica e magistratura, tutti uniti in contrasto che non accetta arretramento”.

Borsellino, ha sottolineato ancora il vicepresidente del Csm, “ha rappresentato un modello di magistrato che rifuggiva da una dimensione burocratica e corporativa, ma era tutto proteso a vivere la propria funzione con senso del dovere e con l’idea di servire il Paese a garanzia dei diritti di libertà dei cittadini e della sicurezza delle istituzioni democratiche. Ha insegnato a tutti noi che il senso e la dignità dell’impegno, il valore del servire devono essere portati sempre dentro il nostro agire quotidiano al servizio del Paese”, ha concluso.

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