L'importanza del valore e l’urgenza di un più forte impegno contro il malaffare mafioso

È bello e consolante assistere alla sfilata di tanti cittadini, specie giovani, ragazze e ragazzi che richiamano il valore irrinunciabile alla lotta contro la criminalità organizzata.

L'importanza del valore e l’urgenza di un più forte impegno contro il malaffare mafioso
Paolo Borsellino
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Nuccio Fava Modifica articolo

20 Luglio 2023 - 08.37


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È bello e consolante assistere alla sfilata di tanti cittadini, specie giovani, ragazze e ragazzi che richiamano il valore irrinunciabile alla lotta contro la criminalità organizzata. A cominciare dalla mala pianta mafiosa che tanto sangue e infinite ruberie e latrocini ha procurato al nostro Paese. 

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In attesa da Palermo, mentre si attendeva dl’intervento della Presidente del Consiglio, attesa rischiava di apparire imbarazzante, sullo schermo apparivano invece le immagini da Roma del Presidente Mattarella in visita al quartiere San Lorenzo. Quartiere dove ott’anni fa c’era stato l’orribile strage del primo bombardamento su Roma che proprio nel quartiere di San Lorenzo aveva provocato un alto numero di vittime. Anche Pio XII era intervenuto e aveva pregato insieme ai superstiti per la pace. Restano storiche le sequenze in bianco e nero con il papa in talare bianco raccolto nella comune preghiera di auspicio per la pace ancora difficile.

Il presidente Mattarella non ha fatto né discorsi né dichiarazioni ma, con la sola presenza, ha auspicato un futuro di pace e di rinnovata solidarietà e giustizia per tutti. Finalmente è poi arrivata la presidente Meloni con considerazioni doverose sulla lotta alle cosche mafiose aggiungendo l’importanza dell’arresto di Messina Denaro, dopo oltre trent’anni di latitanza con evidenti appoggi e sostegni di ogni tipo che smontavano da soli tutte le polemiche sul rigetto del consenso esterno. Ma su questo terreno la Presidente ha rivendicato indirettamente la sua azione chiarificatrice con lo stesso Ministro di Giustizia, senza però rispondere alle questioni non meno decisive suscitate da un progetto di riforma carico di ambiguità e rischi seri. Tuttavia, questo andamento non ha influenzato in modo negativo il significato e il valore di tutte le manifestazioni di solidarietà con i giudici Borsellino e Falcone coerenti fino all’estremo sacrificio ben sapendo di essere costantemente nel mirino di Cosa Nostra.

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Resta soprattutto il valore e l’importanza dei tanti giovani, anche del nord d’Italia, che hanno voluto dimostrare non solo la loro solidarietà ma anche, se non soprattutto, il valore e l’urgenza di un più forte impegno contro il malaffare mafioso, che è ormai non solo siciliano ma ben insediato in molte regioni del nord Italia. Non solo, perché basta pensare a tutti i traffici di stupefacenti oltreoceano, specie con i paesi del sud America, e allo spaventoso commercio di cocaina che arriva nei maggiori porti italiani e europei.

Tutta materia sulla quale la politica dovrebbe impegnarsi senza sosta, abbandonando il balletto inconcludente sula legge per la così detta riforma della giustizia che finisce per indebolire proprio l’azione della magistratura, per giungere ad una visione comune e non fomentare lo scontro con i magistrati. La lezione e il sacrificio di Falcone e Borsellino restano un esempio e una testimonianza di abnegazione e di impegno verso l’intera comunità nazionale che non andrebbero sprecate e dissipate con atteggiamenti puramente tattici o dilatori. 

Post scriptum

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E fortunatamente la storia e la personalità di questi due straordinari protagonisti della lotta alla mafia è diventata materia di un singolare e straordinario spettacolo teatrale che va in scena proprio in questi giorni nel grande teatro di Agrigento, che si affaccia sulle mirabilia della Valle dei Templi. 

Il valore dell’iniziativa scritto da Claudio Fava, si avvale della partecipazione di due importanti attori, di cui non vale sottolineare il nome perché loro stessi vogliono essere riconosciuti e apprezzati come interpreti efficaci e veri della loro reale e complessa personalità, della loro straordinaria amicizia, fuori in ogni caso del cliché degli eroi e dei superuomini

. Proprio perché l’esempio, se così vogliamo dire, deve giungere attraverso l’immagine di due persone normali consapevoli della gravità e rischio terribile per la vita di tutti rappresentate dalla piaga della mafia. Forse proprio da ciò nasce l’ammirazione e l’entusiasmo che muove soprattutto le ragazze e i ragazzi a preparare e partecipare ogni anno alle manifestazioni che ricordano il sacrificio di Borsellino e Falcone. 

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Purtroppo in questo stesso contesto coincide drammaticamente l’improvvisa morte del collega Andrea Purgatori, coraggioso giornalista del Corriere della Sera che ha lavorato intensamente per approfondire e mettere in luce le grandi tragedie dell’Italia, non ancora chiarite e punite come sarebbe stato giusto, quali ad esempio le stragi di mafia, quella di Ustica fino alle torbide operazioni finanziarie ed economiche che ci hanno afflitto in tutti questi anni.

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