La piazza che per tre anni e mezzo ha chiesto “libertà e giustizia” per lui ha celebrato Patrick Zaki, cittadino onorario di Bologna da oggi. Lo striscione che ne chiedeva la liberazione è stato rimosso dall’attivista, insieme alla fidanzata, il sindaco Matteo Lepore, il rettore Giovanni Molari e la professoressa Rita Monticelli.
L’evento ha avuto luogo sul palco di un grande cinema all’aperto e davanti a una piazza gremita, insieme alla “famiglia allargata” di Zaki, come l’ha definita l’attore Alessandro Bergonzoni. Presenti anche Riccardo Noury di Amnesty International, che ha parlato della “più grande campagna per un prigioniero di coscienza del XXI secolo”, Gianluca Costantini, che ha creato i disegni e le sagome nei cartelli, gli studenti e i compagni del Master Gemma.
Inoltre, c’era l’arcivescovo Matteo Zuppi e Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna calcio, la squadra del cuore di Patrick.
“Ringrazio la città intera, che ha permesso la mia liberazione. Questa è una città della libertà e dei diritti umani. Sono felice di essere qui di persona, finalmente, dopo anni di chiamate online”, ha detto Zaki, che solo una settimana fa è arrivato a Malpensa e poi in università a ritirare la pergamena di laurea. Dopo il processo e la condanna a tre anni, ha ricevuto la grazia concessa dal presidente dell’Egitto Al Sisi. Oggi ha tirato una cordicella e lo striscione non c’è più. Rimangono sulla facciata quello per Giulio Regeni e per le donne iraniane, due cause che proseguono e che Zaki non dimentica.
“Giustizia per Giulio Regeni”, aveva detto sette giorni fa. E oggi ha aggiunto: “Questa città è sempre a fianco di persone che difendono e rappresentano idee diverse. È un esempio per chi non ha un posto. Oggi celebreremo, domani lotteremo ancora per chiedere la scarcerazione delle persone detenute”, ha detto ancora lui sotto Palazzo D’Accursio, iniziando a parlare in italiano e poi proseguendo in inglese.
L’evento è stato una festa per Zaki, ora libero e bolognese d’adozione, ma anche una celebrazione per chi ha sostenuto la sua campagna e un modo per rilanciare altre cause. “Nessuna è stata mai così bella, così forte, così intensa”, ha detto Noury di Amnesty, aggiungendo: “È come aver lanciato un piccolo sasso in un lago e abbiamo visto i circoli concentrici allargarsi sempre di più da Bologna e dall’Italia. Oggi raccogliamo i risultati di questa grande mobilitazione e vorrei che le energie sprigionate e raccolte in questi tre anni e mezzo siano dedicate ad altre cause molto importanti. Ci sono altre storie che hanno bisogno di attenzione”.
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