Stupro di gruppo a Palermo: nelle chat il terribile racconto dell'orrore

Vengono alla luce ulteriori dettagli riguardo al caso di stupro di gruppo a Palermo, che ha portato all'arresto di sette ragazzi

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Stupro di gruppo a Palermo
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19 Agosto 2023 - 19.17


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Vengono alla luce ulteriori dettagli riguardo al caso di stupro di gruppo a Palermo, che ha portato all’arresto di sette ragazzi.

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In particolare, gli inquirenti hanno acquisito alcuni messaggi inviati dagli indagati dopo il terribile episodio di violenza. Uno di loro scriveva: “Riflettendoci, provo disgusto poiché eravamo numerosi come cani addosso a una sola persona. Era una situazione vista solo nei film per adulti. Eravamo troppi e ammetto di essere stato nauseato per un istante. Ma cosa potevo fare? Siamo animali guidati dall’istinto. Dopo l’accaduto, la ragazza si è sentita male, si è piegata a terra e ha persino chiamato un’ambulanza. L’abbiamo lasciata là e siamo andati via. Voleva avere rapporti con tutti noi, alla fine le abbiamo concesso ciò che voleva”, dichiarava il messaggio. Si trattava dell’unico tra loro che sembrava conoscere la giovane vittima di 19 anni. Proprio nel suo telefono sono stati trovati due video dell’atto di violenza, inviati ad altre persone.

Dalle intercettazioni delle conversazioni tra i ragazzi, captate dal Comando provinciale dei carabinieri, emerge che la ragazza è stata anche malmenata: “Le ho fatto male, lei diceva di no, che bastasse… I pugni che le abbiamo tirato e gli schiaffi, non riusciva a respirare”.

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Secondo quanto riferito dal giudice per le indagini preliminari, “si percepisce la consapevolezza dell’atto violento e dell’effettuazione dei rapporti sessuali in modo aggressivo e brutale, che hanno causato gravi danni fisici alla ragazza. Nonostante le sue suppliche, i colpevoli non hanno risparmiato né commenti spavaldi né osservazioni maschiliste, sostenendo che, nonostante le sue urla di dolore, ella fosse in realtà ‘eccitata’, come si legge nell’ordinanza riportata da Palermo Today. Le loro parole dimostrano che, sebbene fossero moralmente indifferenti alla situazione, avevano ben chiara la possibile gravità delle accuse mosse, addirittura fantasticando sulla fuga all’estero”. Infatti, alcune conversazioni intercettate mostravano preoccupazione da parte di alcuni degli indagati. “La situazione sta diventando critica qui, ora rischiamo di finire tutti nella stessa cella!”, ha dichiarato uno di loro.

Il giorno successivo all’aggressione, il conoscente della ragazza, che aveva filmato l’atto di violenza con il suo cellulare, è stato avvisato da un amico della possibile denuncia da parte della vittima: “Stai attento riguardo a quei video”. L’indagato ha risposto: “Infatti, li sto cancellando tutti. Li sto inviando solo a chi dovevo e poi li elimino. Non voglio avere nulla a che fare con questa situazione”.

L’indagine, condotta dai carabinieri di piazza Verdi, è stata avviata dopo la denuncia della giovane vittima. I sette arrestati sono stati catturati in due fasi separate. I primi tre sono stati arrestati il 3 agosto per disposizione della giudice Clelia Maltese. Gli altri quattro sono stati arrestati il venerdì mattina dai carabinieri, su mandato del giudice Andrea Innocenti. Il settimo arrestato, al momento dell’episodio, era ancora minorenne e ha compiuto 18 anni meno di un mese fa. Tutti sono accusati di violenza sessuale di gruppo.

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