La morte di Matteo Messina Denaro potrebbe aprire nuovi scenari sul mondo della criminalità organizzata. A sostenerlo è Giancarlo Caselli, ex magistrato, in un’intervista al Corriere della Sera. «Messina Denaro aveva un peso criminale paragonabile a quello di Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. La sua morte crea indubbiamente problemi e apre nuovi scenari all’interno di Cosa nostra».
«Nello stesso tempo non bisogna dimenticare che purtroppo si tratta di un’organizzazione storica ben strutturata e consolidata, capace quindi di sopravvivere anche a perdite molto gravi come quella di un boss del suo calibro».
«Si potrebbe affermare sempre più la mafia degli affari con la cosiddetta zona grigia. Il rischio è che si riproponga il limite culturale che da sempre ci affligge».
«Quello di considerare la mafia un pericolo solo quando scorre il sangue per effetto delle sue strategie `militari´; sottovalutandola invece, fino ad accettare il rischio di conviverci, quando adotta strategie `attendiste´, dimenticando la sua lunga storia di violenze e quella straordinaria capacità di condizionamento che ha fatto di un’associazione criminale un vero e proprio sistema di potere criminale».
La mafia stragista «sembra finita. Sembra, perché potrebbe sempre tornare, se solo converrà ai boss e ai loro complici. Bisogna fare molta attenzione ai segnali indiretti che si lanciano».