Lampedusa, dieci anni dalla strage più grande del secolo: 368 morti, il racconto dei superstiti

Dieci anni fa, un naufragio causò la morte di 368 persone davanti alle coste di Lampedusa, 368 migranti che provenivano da diversi Paesi affacciati sul Mediterraneo.

Lampedusa, dieci anni dalla strage più grande del secolo: 368 morti, il racconto dei superstiti
I morti di Lampedusa il 3 ottobre 2013
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3 Ottobre 2023 - 10.35


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Il 3 ottobre del 2013, a Lampedusa avveniva la più importante strage in mare del secolo. Dieci anni fa, un naufragio causò la morte di 368 persone davanti alle coste di Lampedusa, 368 migranti che provenivano da diversi Paesi affacciati sul Mediterraneo. Per commemorare le vittime, questa mattina gruppi di studenti arrivati da tutt Europa hanno marciato verso la Porta d’Europa, monumento simbolo affacciato sul Mediterraneo e sull’Africa, insieme ai sopravvissuti, le famiglie delle vittime, i pescatori che parteciparono ai soccorsi. 

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«Tutto il mare urlava», racconta ancora provata una delle superstiti, testimone dell’immane dramma nel quale ha visto morire i suoi cari. Intorno alle 9.30 momento di raccoglimento con alcuni familiari, il vescovo di Agrigento Alessandro Damiano e il sindaco Filippo Mannino; alle 10.30 deposizione della corona di fiori in mare alla presenza delle autorità e istituzioni. Mentre gli sbarchi non si fermano, con i primi 40 già approdati nella notte. 

«Dieci anni in cui sono morte oltre 27 mila persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo», afferma il Comitato 3 ottobre presieduto da Tareke Brhane. 

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«Quest’anno – spiega – la nostra presenza a Lampedusa, con oltre 200 studenti e studentesse da tutta Europa è ancora più importante. Restiamo al fianco dei familiari delle oltre 27 mila vittime di questi ultimi 10 anni, insieme a chi è sopravvissuto ai naufragi e a tutte le realtà che cercano di fermare questa strage, frutto dell’indifferenza». 

La marcia di Lampedusa è arrivata alla Porta d’Europa per l’omaggio alle 368 vittime del naufragio del 3 ottobre di dieci anni fa. Tra loro centinaia di studenti giunti da tutta Italia e da vari Paesi d’Europa. Molti di loro portano dei cartelli con impressi i numeri delle vittime del mare per ciascun giorno: 28 mila circa in 10 anni secondo quanto affermano le organizzazioni internazionali. «Basta morti invisibili», si legge nello striscione che ha aperto il corteo.

«Dieci anni di indifferenza», è scritto in alcuni striscioni. «per la prima volta non c’è nessuno del governo», afferma l’ex sindaco Giusi Nicolini, che dovette fronteggiare quelle terribili giornate. Due bambine hanno attraversato la Porta affacciata sul Mediterraneo e sull’Africa, con dei fiori in mano da gettare in acqua per le loro sorelline: sono le figlie di un medico sopravvissuto al naufragio avvenuto una settimana dopo quel 3 ottobre del 2013 e nel quale perse le sue quattro figlie. Torna ogni anno con le due figlie nate dopo quel dramma enorme, personale e collettivo. Dopo la marcia e il momento di raccoglimento, quello più toccante con la corona di fiori lanciata in mare.

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