Mario Roggero, il gioielliere condannato per l’uccisione di due rapinatori, ha invocato il generale Vannacci durante un’intervista a La Stampa, per porre rimedio a quella che ritiene un’ingiustizia.
«Mi hanno dato 17 anni perché i giudici non hanno voluto ascoltare le mie ragioni fino in fondo. Complimenti ai magistrati. E’ una follia, viva la delinquenza, viva la criminalità».
«Io quel giorno mi sono difeso. Avevamo preparato una ricostruzione che non hanno voluto mettere agli atti. Mi hanno detto che era troppo tardi. Mi aspettavo una riduzione a 7 o 8 anni. Ne ero convinto, fino a quando hanno letto il dispositivo».
«Dopo quella rapina tutto è cambiato. E’ stato trauma su tutta la linea. Mia moglie non vuole più venire in negozio. Mia figlia ha aperto un bed&breakfast da un’altra parte. L’altra mia figlia se può evita. E io sono rimasto solo in gioielleria».
«Stanno tutti dalla mia parte. Qualcuno che non sta con me c’è. Ma sono pochi. Mi dicono che sono un fascista. Ma io non lo sono. Io voglio la giustizia, il rigore, la certezza della pena. Chi delinque deve essere punito in modo esemplare».
«Salvini? Spero di parlargli presto. Sono deluso da Meloni, che non ha detto nulla su questa ingiustizia che ho subito. In aula, alla lettura della sentenza davanti ai parenti dei rapinatori devo sentire quella gente applaudire? Io mi sono girato e li ho guardati sorridendo».
«Una giustizia così fa schifo. E’ vomitevole. Adesso intendo contattare Vannacci. Dice cose su cui sono completamente d’accordo: qui c’è tutto che va all’incontrario. E poi voglio chiamare Gratteri: è uno con le palle».