Airbnb e il Fisco italiano si mettono d'accordo: ecco cosa cambia per gli host e per il turismo

Airbnb trova un accordo col Fisco italiano, è farà da sostituto d'imposta: «Per noi l'Italia è un mercato importante».

Airbnb e il Fisco italiano si mettono d'accordo: ecco cosa cambia per gli host e per il turismo
La Gdf ha sequestrato 780 milioni ad AirBnb
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13 Dicembre 2023 - 15.08


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Il contenzioso tra Airbnb e il Fisco italiano si conclude con un accordo: la piattaforma internazionale degli affitti brevi verserà 576 milioni di euro in relazione agli anni fiscali dal 2017 al 2021, e non cercherà di recuperare dagli host le ritenute fiscali per questo periodo. «Stiamo anche proseguendo il confronto costruttivo con le autorità per quanto riguarda il periodo 2022-2023», afferma la società in una nota sottolineando che «l’Italia è un mercato importante per Airbnb». 

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Il mese scorso la Procura di Milano ha ordinato alla Guardia di Finanza di sequestrare ad Airbnb, colpevole di aver evaso per anni – dal 2017 al 2021 – la cedolare secca sugli affitti, la cifra di 779 milioni di euro. 

«L’accordo di oggi – sottolinea la piattaforma degli affitti brevi – significa che possiamo concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane in materia di tasse, regole per le locazioni brevi e turismo sostenibile, a vantaggio degli host e degli ospiti. Ci sono migliaia di host in Italia. Oltre tre quarti di loro hanno solamente un annuncio; l’host tipico ha guadagnato l’anno scorso poco più di 3,500 euro. Circa un due terzi (59%) ha dichiarato che i proventi realizzati ospitando gli consente di arrivare a fine mese. Il 15% afferma di lavorare nella sanità, l’educazione o la pubblica amministrazione. La gran parte degli host su Airbnb in Italia sono persone comuni che si affidano alla piattaforma per integrare il proprio reddito familiare. Auspichiamo che l’accordo con l’Agenzia delle Entrate e le recenti novità normative possano fare chiarezza sulle regole riguardo gli affitti brevi per gli anni a venire». 

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La Legge di Bilancio per il 2024, nella sua versione attuale, chiarisce come le piattaforme dovrebbero effettuare in futuro la ritenuta delle imposte sul reddito degli host non professionali in Italia. «Abbiamo accolto con favore questa proposta normativa e ci stiamo preparando ad adempiere, con l’introduzione di un meccanismo di trattenuta e versamento delle imposte sui redditi degli host rilevanti all’Agenzia delle Entrate», afferma Airbnb. La società, prosegue la nota, «sta inoltre lavorando per conformarsi a Dac7, la normativa quadro europea sulla trasmissione dei dati fiscali da parte delle piattaforme digitali. Queste regole sono pensate per permettere alle autorità nazionali di raccogliere le tasse dovute supportando al contempo un sistema di trasmissione dei dati coerente e standardizzato». 

«Abbiamo già informato gli host italiani di come questi cambiamenti si rifletteranno sulla loro attività tramite Airbnb e continueremo a chiedere loro le informazioni previste da Dac7 prima che queste vengano condivise con l’Autorità fiscale in Irlanda (dove Airbnb Ireland ha la propria sede) nel gennaio 2024, e successivamente all’Agenzia delle Entrate». Airbnb «accoglie con favore anche i progressi in materia di regole per gli affitti brevi, compresa la creazione di un sistema di registrazione nazionale in Italia e il quadro europeo di condivisione dei dati. Questi progressi renderanno più semplice per i centri storici come quelli di Venezia e Firenze comprendere chi ospita e quanto a lungo, consentendo di sviluppare politiche pubbliche proporzionate al fenomeno. L’azienda – conclude la nota – è determinata a collaborare con le autorità italiane per il successo di queste regole». 

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