Evaristo Scalco, artigiano genovese che l’1 novembre scorso uccise Javier Alfredo Miranda Romero con una freccia, rischia l’ergastolo. E’ questa la richiesta del pubblico ministero, che ha evidenziato le discordanze delle versioni fornite dall’artigiano nel corso dei suoi interrogatori.
Per il pm il maestro d’ascia avrebbe evidenziato «un malinteso senso di supremazia morale e civile: è convinto che le condizioni di degrado del centro storico siano dovute alla massiccia presenza di stranieri e per questo li insulta. Ha l’idea che la mera appartenenza a un certo gruppo etnico sia espressione di una qualche forma di inferiorità, che essere straniero si accompagni a un modo di vivere irrispettoso che porta all’esasperazione dei cittadini».
Il pm ha puntato ulteriormente il dito anche sull’atteggiamento di Scalco dopo aver scagliato la freccia: «perché denota noncuranza della sorte della vittima: sapeva benissimo che cosa aveva lanciato nell’addome e tanto bene lo sapeva che l’unica cosa che aveva in mente era di estrarre quella freccia che lo inchiodava a quel delitto. È questa la fase più riprovevole. E lui invece non ci ha pensato a chiamare i soccorsi. Ha provato fino all’ultimo, contro ogni pietà umana, di estrarre la freccia senza nemmeno pensare che l’emorragia interna sarebbe dilagata e che la vittima non sarebbe nemmeno arrivata in ospedale».