Tragico incidente sulla pista di collaudo Porsche di Nardò, in provincia di Lecce. Nello schianto è morto il collaudatore Mattia Ottaviano, 36enne di Tuglie. Lo scontro ha coinvolto una Porsche Panamera e una moto Ducati Panigale.
Subito dopo l’impatto, la moto ha preso fuoco e il centuauro è morto a seguito delle lesioni subite dopo essere stato sbalzato dalla moto.
Per cause in corso di accertamento, la moto ha tamponato la vettura che la precedeva e il motociclista è morto a seguito della caduta. Sul posto sono in corso i rilievi delle forze dell’ordine ed è atteso l’arrivo del pm di turno del Tribunale di Lecce, Alessandro Prontera, che avvierà un fascicolo.
L’impianto Porsche di Nardò si sviluppa su una superficie complessiva di 700 ettari, e offre una grande varietà di piste di prova, per garantire un’ampia gamma di possibilità di testing.
Le parole della segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.
«Nel giorno in cui i lavoratori sono in tutte le piazze d’Italia e anche qui in Puglia, assieme a Cgil e Uil, per reclamare sicurezza e gridare basta morti sul lavoro, dopo il terribile crollo di Firenze dove hanno perso la vita cinque operai, siamo costretti a contare l’ennesima vittima proprio nella nostra regione. Richiamiamo a un’azione di responsabilità tutte le istituzioni, ognuno per il proprio ruolo, a intervenire su formazione, prevenzione, controllo e repressione affinché si ponga fine a questa strage quotidiana».
«Esprimiamo sentimenti di vicinanza alla famiglia del lavoratore – prosegue Bucci – ma non possiamo limitarci all’indignazione e al cordoglio. A chi di competenza indagare sulle responsabilità dell’incidente, ma occorre in primis agire sul piano normativo, a ogni livello, per un controllo sulla catena degli appalti e subappalti e contrastando forme e strumenti di lavoro precario. Alla Regione Puglia – sottolinea – chiediamo di farsi promotrice di un tavolo di coordinamento tra parti datoriali, sindacali e enti ispettivi per intensificare le azioni sul versante della formazione e delle ispezioni».
Così come, sul modello di quanto i sindacati confederali chiedono a livello nazionale nella propria piattaforma, chiediamo di lavorare a una legge regionale che istituisca una patente a punti per le aziende, penalizzando nell’accesso dei finanziamenti pubblici di propria competenza, quelle che sono incorse già in sanzioni per il mancato rispetto di norme sulla sicurezza o contrattuali, e infortuni per cui sono state accertate responsabilità nell’organizzazione dei sistemi di protezione e prevenzione».