Ilaria Salis si è presentata di nuovo davanti alla Corte di Budapest con manette e catene alle caviglie, tirata da un agente carcerario, proprio come era accaduto nell’udienza del 29 gennaio scorso. Il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della trentanovenne in carcere con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra.
La 39enne insegnante italiana si trova nel carcere ungherese da 14 mesi ed è accusata di aver aggredito tre militanti di estrema destra. Fuori dall’aula, alcuni estremisti hanno rivolto minacce al gruppo composto dai legali e dagli amici della Salis.
“Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese,” ha detto l’avvocato Eugenio Losco. “Ci hanno fatto delle riprese con i telefonini, ci hanno ripreso e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando”, ha proseguito Losco. Del gruppo di una quindicina di persone italiane minacciate faceva parte anche Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.