Parole arroganti e tracotanti, tipiche dei tiranni che si nascondono dietro parvenze di separazione di poteri in realtà condizionano le scelte della magistratura.
«Il processo è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze…»: così Roberto Salis ha commentato le parole del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs sul caso di sua figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.
«Quando c’è un politico che se la prende con un privato cittadino di un altro Stato è chiaro che c’è qualcosa di incredibile», ha aggiunto parlando di «spiccata tendenza alla tirannide» da parte dell’Ungheria.
Per Roberto Salis, il tweet del portavoce del governo ungherese dimostra che l’intera vicenda di sua figlia «è già tutta politicizzata» e il padre della docente milanese ha ricordato un precedente intervento di Kovacs dopo la prima udienza del processo in cui aveva attaccato Gyorgy Magyar, il legale ungherese di Ilaria Salis, definendolo «un avvocato apertamente di sinistra».
«Già a fine gennaio Kovacs ha cercato di screditare l’avvocato di mia figlia – ha sottolineato Roberto Salis – quindi un portavoce di un primo ministro che scredita l’avvocato difensore di un imputato. Stiamo parlando di un regime in cui i diritti civili e la separazione dei poteri e lo stato di diritto vengono completamente superati da una spiccata tendenza alla tirannide».