Il pm di Milano Francesco De Tommasi, nel corso del processo contro Alessia Pifferi, la 38enne che ha lasciato morire di stenti la figlia Diana, ha descritto il comportamento della donna.
«Il suo è uno sforzo inutile perché ogni volta che parla si presenta come una persona lucida, che con strategia vuole ottenere un obiettivo e in questo caso vuole un beneficio in termini sanzionatori».
«Se lei non voleva uccidere, il 18 luglio 2022, quando torna col compagno a Milano da dove si è allontanata il 14 luglio, non passa» per vedere come sta la figlia «sola in casa con temperature altissime e solo con poca acqua e latte nel lettino?». Pifferi, ha aggiunto il pm, ha detto anche su questo «l’ennesima bugia», ha detto che temeva «la reazione del compagno», ma a lui aveva già detto che la piccola «era al mare con la sorella».
Lei, ha proseguito il pm, «lo fa solo perché aveva paura che il compagno troncasse la relazione e voleva passare con lui più giorni possibili. Ha avuto mille possibilità di salvare la vita a sua figlia».
«Pifferi avrebbe potuto contattare le forze dell’ordine, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per salvarla – ha spiegato il pm – ma ci viene a dire che non è tornata a casa a causa del compagno. Lei ha studiato, congegnato tutto – ha aggiunto – ha capito come funzionano le contestazioni penali e ci viene a raccontare l’ennesima bugia perché spera che il suo comportamento possa essere considerato in modo diverso, perché possa avere degli elementi a favore». L’imputata, ha detto il pm rivolto ai giudici, «vi chiederà di essere più clementi, più miti, più comprensivi».
Lo «scopo prima», ossia quello dell’omicidio, «era di divertirsi col suo compagno, di spassarsela coi suoi uomini, ora il suo scopo è di ottenere benefici».
Il pm ha descritto, in un passaggio della requisitoria, nei dettagli le condizioni «raccapriccianti» in cui è stata lasciata per quasi una settimana la piccola, che non poteva nemmeno muoversi dal letto. E le condizioni «terribili» in cui è stato trovato il corpicino. «Non aveva acqua e cibo a sufficienza per resistere», ha chiarito raccontando «la paura, la fame e la sete che questa bambina ha avvertito». E ha fornito alla Corte i particolari agghiaccianti.
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