Non dimenticare gli orrori del nazi-fascismo: il 10 agosto 1944, alle 6.10 di mattina, per ordine del comando tedesco di stanza a Milano quindici tra partigiani e antifascisti vennero prelevati dal carcere di San Vittore e condotti a piazzale Loreto, dove furono fucilati da un plotone di esecuzione composto da militi della legione ‘Ettore Muti’ su ordine del capitano delle SS Theodor Saevecke.
Le vittime furono Umberto Fogagnolo, Domenico Fiorani, Vitale Vertemati, Giulio Casiraghi, Tullio Galimberti, Eraldo Soncini, Andrea Esposito, Andrea Ragni, Libero Temolo, Emidio Mastrodomenico, Salvatore Principato, Renzo Del Riccio, Angelo Poletti, Vittorio Gasparini, Gian Antonio Bravin.
L’eccidio fu una rappresaglia per un attentato avvenuto tre giorni prima a un camion tedesco in viale Abruzzi, dove peraltro nessun tedesco rimase ucciso. Persero la vita, invece, sei cittadini milanesi e altri rimasero feriti. Nonostante la regola fosse la fucilazione di italiani solo in caso di vittime tedesche, Saevecke pretese e ottenne l’esecuzione sommaria di 15 prigionieri. Dopo la fucilazione i cadaveri rimasero esposti al pubblico, sotto il sole, impedendo ai parenti di avvicinarsi ai propri defunti.
Un destino che si ripeterà il 29 aprile dell’anno dopo, quando i corpi lasciati appesi in piazzale Loreto saranno invece quelli di Mussolini, della sua amante Claretta Petacci e di 15 gerarchi fascisti, giustiziati dopo la cattura a Dongo.