L’altro giorno, facendomi interprete del sentimento di tanti compagni, amici e sinceri democratici, avevo auspicato che Giorgia Meloni – che teoricamente ora è presidente del Consiglio e non più leader di Colle Oppio – finalmente desse un colpo di spugna a decenni di ambiguità e affermasse pubblicamente che quella di Bologna è stata una strage fascista che ha avuto come mandanti pezzi degli apparati dello Stato ostili alla Costituzione democratica e la Loggia P2.
Giorgia Meloni questa volta ha detto: “La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste (…)”. Ha parlato di ‘neofascismo’ ma – come è evidente a tutti – lo ha fatto nel modo peggiore, ossia non facendo propria l’affermazione ma prendendone le distanze: lo dicono le sentenze ma non io.
Non mi meraviglio: da tempo – e non sono il solo – dico che si sta organizzando un’azione revisionista che ha lo scopo di riscrivere la storia della strategia della tensione e più in generale della repubblica tesa ad annacquare i crimini e le responsabilità fasciste o neofasciste per – al contrario – accreditare la tesi del “complotto comunista” che qua e là qualche papavero della destra che è rimasta fascista nel dna si fa scappare con esternazioni che appaiono comiche ma che, in realtà, sono solo l’antipasto di ciò che bolle nelle loro pentole.
Quando sentite parlare di commissioni d’inchiesta parlamentari sugli anni di piombo, sulla eversione, sugli attacchi alla democrazia sappiate che si tratta di una commissione revisionista e negazionista attraverso la quale la destra, forte dei numeri, potrebbe far approvare la qualunque per poi spacciarla come ‘la verità’.
Che il mio non sia un ragionamento dietrologico è provato da quanto le testate di destra vanno dicendo e scrivendo da anni e su cui sono tornate anche oggi.
Come ho detto, sulla strage di Bologna questi ambienti continuano a lavorare alacremente per affermare la pista palestinese, dare una verniciata di rosso all’attentato e cancellare le responsabilità fasciste. E come largamente previsto oggi testate di destra sono tornate alla carica dicendo che i post missini puntano sulla pista palestinese e su quella di Carlos e ci sarebbero i famosi documenti dei servizi segreti (che ora si vogliono rendere pubblici) a dimostrarlo.
Ovviamente in tutta questa fanfara propagandistica si dimentica che il segreto di Stato non è opponibile se c’è una indagine di strage e quindi tutto ciò che poteva essere utile all’accertamento della verità è già stato acquisito. Ma qui non si punta alla verità ma alla propaganda, ad alzare polveroni, a entrare a gamba tesa nei confronti di una opinione pubblica poco informata e magari di una classe politica improvvisata o distratta.
I famosi documenti di cui si ciarla da un anno, come ho già detto, non dimostrano nulla. Elementi generici e di scenario che solo attraverso una lettura distorta potrebbero essere messi sul tavolo. Nel 1980 c’era il terrorismo palestinese? Certo. Ma nel 1980 c’era o non c’era il terrorismo fascista? C’era o non c’era la P2? Di quei documenti ho piena conoscenza come tutti coloro che hanno avuto un ruolo in commissione Mitrokhin e ci vuole una buona dose di sfacciataggine per considersrli come prove.
Poi c’è il tentativo – anche in questo caso vecchio e superato – di sperare che l’ex terrorista Carlos attualmente ospite delle galere francesi, possa arrivare in soccorso con qualche ‘rivelazione’. Rivelazioni (si fa per dire) che tra l’altro parlando con testate di destra Carlos ha già fatto negli anni scorsi. L’ex terrorista internazionale aveva inventato una storia assurda dicendo che per la strage di Bologna i fascisti non c’entravano lma a colpa era di Stati Uniti, sionisti e Gladio che avevano fatto esplodere un carico di armi destinato ai palestinesi.
E quindi dico in anticipo che l’ex terrorista Carlos ha la stessa attendibilità e dignità morale di Alì Agca. Ma non si può escludere una campagna mediatica per rilanciare le sue fandonie.
Che dire? A destra si sono offesi nel sentire dire che molte delle politiche di oggi sono allineate con il vecchio Piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli che puntava al superamento della Costituzione repubblicana e antifascista per sostituirla con con uno stato autoritario. Ma questo è evidente basta riprendere il piano di rinascita democratica e leggerlo.
Tuttavia nonostante la destra possa avere dalla sua mezzi, denari e posizioni di potere, mi sento di dire che le nuvole nere revisioniste e negazioniste che incombono sulle nostre teste saranno respinte. Non consentiremo operazioni mediatiche e politiche per cancellare la verità, riabilitare assassini e ribaltare le responsabilità. La repubblica democratica e antifascista si difende anche divulgando la storia e custodendo la memoria. Nell’Italia repubblicana c’è chi ha difeso la democrazia e chi ha tramato e messo le bombe o organizzato tentativi golpisti per farci fare la fine del Cile di Pinochet o della Grecia dei colonnelli. C’è chi ha combattuto il terrorismo e chi non ha mai reciso del tutto i legami con eversori, goipisti e stragisti. Lo sappiamo, lo ricordiamo e lo ricorderemo.