Minacce e intimidazioni a Silvia Albano: giudice sotto attacco dopo decisioni sui migranti

«Magistrato militante e corrotto, spero che qualcuno ti spari molto presto». Questo è solo uno dei circa trenta messaggi che Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica e giudice della sezione Immigrazione del tribunale di Roma

Minacce e intimidazioni a Silvia Albano: giudice sotto attacco dopo decisioni sui migranti
La magistrata Silvia Albano
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25 Ottobre 2024 - 00.15


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«Magistrato militante e corrotto, spero che qualcuno ti spari molto presto, sarà un giorno di gioia e festa». Questo è solo uno dei circa trenta messaggi che Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica e giudice della sezione Immigrazione del tribunale di Roma, riceve quotidianamente. Albano è la stessa giudice che ha negato la convalida del trattenimento di 12 richiedenti asilo inviati in Albania. Questa mattina, Albano ha presentato una «dettagliata denuncia» alla procura. Intanto, dal Garante per la privacy arriva un avviso riguardo un’altra norma controversa, criticata da ONG e opposizioni: la possibilità per le forze dell’ordine di perquisire i cellulari dei migranti che non collaborano nell’identificazione.

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Da tempo criticata dalla destra, che la etichetta come «toga rossa» e «filo-migranti», Silvia Albano è diventata, con la vicenda Albania, il bersaglio di quella che Magistratura democratica denuncia come una «campagna di discredito contro i magistrati romani, che ha contribuito a creare un clima di opposizione, odio e, infine, gravi minacce alla sua sicurezza e alla sua vita». Le minacce vengono inviate sia alla mail di Magistratura democratica sia al suo indirizzo istituzionale e sono diffuse anche sui social media. Anche i magistrati di Palermo, in particolare i pm del processo Open Arms, sono stati bersaglio di intimidazioni. La denuncia di Albano darà luogo all’apertura di un fascicolo che sarà trasferito, per competenza territoriale, alla procura di Perugia.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, invita a moderare i toni: «alzare il livello dello scontro – osserva – alimenta la confusione, l’odio e non giova a nessuno. Non possiamo additare i magistrati come nemici del popolo, è un messaggio che inquina il dibattito pubblico. Basta attacchi personali». Solidarietà ad Albano arriva dalle forze di opposizione. Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, condanna le «gravissime minacce rivolte a un magistrato nell’esercizio delle sue funzioni, alimentate da uno scontro irresponsabile tra poteri dello Stato». Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) commenta: «quanto accaduto è il risultato di un clima di attacco contro la magistratura, creato ad arte dalla destra, con lo scopo di delegittimarla». Tuttavia, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, respinge tali accuse e condanna «con la massima fermezza queste intimidazioni, che non possono mai essere giustificate. Si possono avere idee e opinioni diverse, ma il confronto civile e il rispetto reciproco non devono mai venir meno».

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La Lega fa sapere che non solo Albano è bersaglio di minacce, ma anche «gli avvocati che difendono Matteo Salvini nel processo Open Arms, a cominciare dall’avvocato Giulia Bongiorno, hanno ricevuto minacce sempre più preoccupanti dopo l’ultima udienza a Palermo, nella quale Open Arms è stata smentita».

Nel frattempo, il decreto che elenca i Paesi sicuri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e il governo spera di trattenere i richiedenti asilo in Albania. Resta da vedere se Albano e i suoi colleghi della sezione Immigrazione cambieranno opinione in occasione del prossimo trasferimento. Nel frattempo, il Garante per la privacy, Pasquale Stanzione, ha sollevato preoccupazioni riguardo al decreto flussi, in particolare l’articolo 12, che consente alla polizia di accedere ai cellulari e ad altri dispositivi elettronici dei migranti che non collaborano all’identificazione. «Serve una riflessione», ha detto Stanzione alla prima commissione della Camera. «È opportuno – ha sottolineato – valutare la proporzionalità» di tale misura e sottoporla preventivamente a un esame giudiziale, piuttosto che successivamente. Ha anche richiamato l’attenzione sulla protezione dei minori non accompagnati. Filiberto Zaratti (Alleanza Verdi e Sinistra) ha commentato con soddisfazione: «noi abbiamo denunciato questa come una delle norme più aberranti del testo».

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