Tutti gli operatori sociali di Medihospes, l’ente gestore dei Centri italiani in Albania per il rimpatrio dei migranti, lasceranno Schengjin e Gjader per rientrare in Italia entro il fine settimana. A quanto si apprende, non sono previsti rimpiazzi.
Dal Viminale trapela che i centri resteranno comunque operativi e vigilati: attualmente il personale è stato ridotto e varia in base alle esigenze. Rimangono sette membri della cooperativa con ruolo amministrativo e il personale albanese, incluso personale sanitario.
Dure critiche sono state mosse dalle opposizioni, mentre la Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri ha presentato una nota in risposta alle segnalazioni di organizzazioni umanitarie come Emergency e Medici Senza Frontiere. Queste organizzazioni hanno contestato le modalità di selezione dei migranti non vulnerabili da trasferire nei centri in Albania.
La Federazione sottolinea: “La selezione dei migranti a fini amministrativi non è un processo di cura”. I medici hanno un unico obiettivo: curare senza alcuna discriminazione. Questo principio, ribadisce la mozione, “dovrà essere rispettato in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania che coinvolgono i medici”. Inoltre, viene evidenziata la necessità di garantire “la presenza di figure adeguatamente formate” in tali processi.