Scuola, il governo toglie i fondi all'educazione sessuale: l'opposizione insorge e parla di sessuofobia

Il ministro Ciriani ha dichiarato che i 500mila euro stanziati dalla Legge di Bilancio per corsi di educazione sessuale e affettiva saranno utilizzati per formare gli insegnanti delle scuole medie e superiori sulla prevenzione dell’infertilità.

Scuola, il governo toglie i fondi all'educazione sessuale: l'opposizione insorge e parla di sessuofobia
Luca Ciriani
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8 Gennaio 2025 - 23.01


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È scontro sulle dichiarazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Durante il question time alla Camera, ha dichiarato che i 500mila euro stanziati dalla Legge di Bilancio per corsi di educazione sessuale e affettiva saranno utilizzati per formare gli insegnanti delle scuole medie e superiori sulla prevenzione dell’infertilità. La risposta rassicura la Lega, preoccupata che il fondo venga impiegato per introdurre “tematiche gender” nelle scuole, ma scatena le opposizioni, promotrici del fondo durante l’esame della Manovra.

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Le opposizioni

 La capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Luana Zanella, parla di “presa in giro”, mentre il Pd con le deputate Sara Ferrari, Antonella Forattini e Valentina Ghio della Commissione bicamerale femminicidio e violenza denuncia. “È sconcertante che una piccola conquista delle opposizioni venga stravolta. Quest’operazione politica manipolatrice, volta a soddisfare la ‘fissazione sessuofobica di certa destra’, non solo indegna per il metodo, ma irresponsabile nei confronti della lotta ai femminicidi e alla violenza contro le donne e contemporaneamente incapace di rispondere alla domanda pressante dei giovani e dei docenti di avere informazione ed educazione sul fenomeno della violenza. Basta frequentare davvero una qualsiasi scuola e lo si può verificare”.

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La soddisfazione della Lega: “Su temi delicati devono parlare i genitori”

 “Soddisfatta” la Lega della risposta del ministro alla sua interrogazione la Lega. “È giusto – ha affermato Rossano Sasso in Aula – tranquillizzare le famiglie e dire chiaramente alle mamme e ai papà che ci stanno seguendo in questo istante che nella scuola italiana non ci sarà mai spazio per l’ideologia gender”. Per il leghista “l’ideologia gender esiste, esiste quando docenti politicizzati e cosiddetti esperti esterni vorrebbero impartire lezioni di educazione sessuale a bambini di prima elementare. Come si può pensare di parlare di argomenti come il coito, il piacere sessuale, la masturbazione con bambini di cinque anni? La Lega ritiene che su temi delicati e con bambini di una certa età sia più giusto che siano i genitori a parlarne e non qualche esperto esterno, magari con qualche tessera arcobaleno in tasca”.

Il commento del M5s

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 Parole “vergognose e irresponsabili” quelle di Sasso, secondo il M5s. “Il leghista – affermano i pentastellati – continua a straparlare impunemente di una cosa che non esiste. Questi attacchi alimentano deliberatamente ignoranza e odio, strumentalizzando temi delicati per biechi fini politici”.

Cosa prevede l’emendamento sull’educazione sessuale

 L’emendamento dell’opposizione alla Legge di Bilancio prevedeva un incremento di 500mila euro del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle Pari opportunità per il 2025 per promuovere corsi rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado sui temi della salute sessuale e dell’educazione sessuale e affettiva. Ciriani ha ricordato tuttavia che, nell’ambito della stessa Manovra, è stato approvato dalla Camera un ordine del giorno che impegna il governo a impiegare tali risorse per formare gli insegnanti “prioritariamente” sulle “tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione dell’infertilità”.

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I fondi stanziati

 Per il ministro dunque le decisioni del governo sono conformi alle deliberazioni parlamentari. “La somma stanziata non avrebbe, del resto, consentito iniziative a più ampio spettro e la scelta dei proponenti dell’emendamento di attribuirla al Fondo per le pari opportunità non consente, anche in ipotesi, attività dirette nelle scuole e interventi nell’organizzazione scolastica di pertinenza del Ministero dell’Istruzione e del merito, alle quali la norma approvata non fa alcun riferimento”, ha precisato.

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