Qualche tempo fa, incuriosito dall’origine del fenomeno Scilipoti, ho chiesto notizie a un amico parlamentare che in Sicilia aveva ricoperto incarichi di primo piano. L’amico, tra un cucchiaio di granita e un altro (era estate, al bar), mi raccontò che qualche anno prima, andando in Brasile con una delegazione del Parlamento siciliano, fece visita all’Università (se ricordo bene, quella federale del Paranà). Presentata agli studenti, la delegazione siciliana fu accolta da un coro entusiasta “Mimmo! Mimmo!” Il mio amico parlamentare chiese chi fosse quel Mimmo evocato dagli studenti brasiliani. Gli risposero “Un professore vostro conterraneo, Domenico Scilipoti”. Il mio amico riparti con quella curiosità, saperne di più di Scilipoti Domenico, medico. Qualche anno dopo il mio amico passò dal Parlamento regionale a quello nazionale e si ritrovo accanto “Mimmo! Mimmo!”
Resta da capire chi ringraziare per averlo portato in politica. Non la forza politica che gli permise di entrare alla Camera, che è l’Italia dei Valori, come si sa, poi abbandonata da Mimmo, ma la persona fisica. Ringraziarla per aver dato alla nostra politica nazionale, già pregna di caricature, quella straordinaria di Mimmo.
Se avesse vissuto qualche decennio fa il nostro eroe avrebbe potuto insidiare Tiberio Murgia. Lo ricordate? Uno straordinario attore, piccolo, scuro, coi baffi made in Terronia, che dava volto, espressione e voce a personaggi siciliani che hanno fatto la storia della nostra commedia. Murgia in realtà era di Oristano. Scilipolti è siciliano a tutti gli effetti. Per questo Mimmo avrebbe potuto scalzare il vecchio Murgia.
Di Scilipoti responsabile, salvatore di Berlusconi, medico, agopuntore e ancor prima ginecologo, si sa.Dei suoi inizi politici meno: consigliere comunale Psdi, ancor prima, da universitario, militanza nel Fuan (per questo l’ammirazione per il nazifascista Saja…) Nel passato, con uno strascico nel presente, c’è una vicenda giudiziaria che la scorsa settimana gli è costato un rinvio a giudizio per calunnia. Nel passato, traumatiche vicende di sangue che hanno avuto come vittime il padre e un fratello. Ma dello Scilipoti taumaturgo della politica ed altro ancora abbiamo potuto sapere di più nella straordinaria performance romana, all’Auditorium del Massimo, all’Eur.
Le cronache dicono del suo arrivo, accolto dalla fanfara che intona l’Inno di Mameli. Mimmo, approfittando del fatto che Totò Cuffaro è momentaneamente impedito, si propone come novello “Vasa vasa”, dispensando baci a destra e manca, come si fa nelle piazze dei paesi, in Sicilia, davanti al bar con l’invito finale a tutti “Picciotti, caffè pagato!” E tutti dentro, per il caffè.
All’Eur, al momento dell’inno, Mimmo sa commuoversi, si porta la mano al petto, guarda al cielo. All’Eur c’è da presentare “Il Movimento di Responsabilità Nazionale”, la solennità è d’obbligo.
Gli scilipotini (o scilipotiani?) non gli risparmiano elogi. Come i vecchi medici di paese, Mimmo ha un record di visite gratuite: “Ha fatto novemila visite gratis”, dice uno dei fan. Non ce la sentiamo di chiedergli chi tiene i conti, chi segna le tacche sulla borsetta da medico del Nostro.
“Mimmo, sei il nostro salvatore!” “Mimmo, sei il nuovo che avanza!”
All’interno dell’Auditorium i caffè ci sono, e c’è anche l’organo ufficiale del movimento. Manco a dirlo, il giornale di Scilipoti si chiama “La Responsabilità”.
“”Diventiamo partito – scrive lo stesso Scilipoti nella presentazione – proprio come quel giovanotto che passando dall’adolescenza alla pubertà avverte in se i sintomi del cambiamento”. Ecco l’esperienza di medico, seppure mixata al ricordo di film tipo “Grazie zia” che avrà causato il prurito al giovane Scilipoti.
E che le cose stanno così è Scilipoti a dirlo di seguito: “Dobbiamo raggiungere la scossa ormonale dei consensi”. La scossa ormonale dei consensi?! Ecco, questo è qualcosa che mi dice che Scilipoti ha davvevo qualcosa in comune con Berlusconi. Per questo in quel dicembre del 2010 fu fulminato sulla via di Damasco dandosi al Cavaliere!
“Ma quella volta, Mimmo fece quel che fece – dice uno dei fan – non per interesse personale, ma per salvare il Paese”.
E come una vecchia sceneggiatura, non manca il parroco, è Don Stanzione (nome vero, giuro) che del neonato Movimento è il padre spirituale: “Mimmo è uomo originale e coraggioso – dice – preghiamo…” Preghiamo davvero, ma per il Paese.
“Chi vuole togliere il crocifisso dalle scuole è uno scimunito”, dice il Mimmo nazionale al suo parroco, abbracciandolo. E baciandolo, naturalmente, perché bisogna approfittare dell’uscita di scena forzata di Cuffaro e rubargli il primato dei baci. E Mimmo è sulla buona strada.
L’invito finale dell’incontro all’Auditorium è evangelico: “Andate porta per porta.. Parlate con tutti e convinceteli”. La missione ha inizio. E se ci fosse qualche dubbio, Mimmo prosegue: “Il Signore mi ha dato questa croce, voglio vedere una nazione che parla un linguaggio mite”. E’ la nuova fase dello Scilipoti pensiero: si deve andare oltre l’agopuntura e la politica, occorre l’evangelizzazione responsabile e il miracolo, tanti miracoli. E gratis, come le viste mediche in paese.
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