Il procuratore Giuseppe Pignatone ha firmato in tarda mattinata un comunicato ufficiale per spiegare i termini della richiesta d’arresto all’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. «Nell’ambito del procedimento penale che vede coinvolto il senatore Luigi Lusi – si legge nel provvedimento – il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari nei confronti degli indagati Giovanna Petricone (moglie di Lusi, ndr), Mario Montecchia e Giovanni Sebastio (due commercialisti che hanno gestito gli affari delle società di Lusi, ndr) nonché la misura della custodia in carcere nei confronti del senatore Lusi. I provvedimenti a carico di Petricone, Montecchia e Sebastio sono stati eseguiti nella mattinata odierna».
Ora sull’arresto di Lusi dovrà pronunciarsi il Senato. «Il provvedimento adottato nei confronti del senatore Lusi – prosegue la nota del procuratore – con i relativi atti è stato trasmesso al presidente del Senato con la richiesta di autorizzazione ai sensi dell’articolo 68 della Costituzione». Secondo il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Stefano Pesci sussiste infatti il pericolo di inquinamento delle prove già ottenute.
Nel comunicato si spiega poi che i reati contestati agli indagati sono il «concorso in appropriazione indebita pluriaggravata e continuata e l’associazione per delinquere nell’ambito della quale a Lusi è attribuito ruolo di capo e promotore. La misura è stata chiesta e applicata con riferimento al solo reato associativo». La Procura fa inoltre sapere che questa mattina la polizia ha compito una serie di persecuzioni. Si precisa infine che per i medesimi reati sono stati iscritti nel registro degli indagati Paolo Piva e Diana Ferri, «legali rappresentanti di alcune delle società coinvolte soggetti nei confronti dei quali non sono state richieste misure cautelari».
Questa mattina, alla notizia della richiesta di arresto, Lusi ha commentato: «Se il Parlamento rigetterà? Questo lo deciderà il Senato, non sarò io a dirlo». Poi ha osservato: «Non ci sono i presupposti di fuga, né di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato: è proprio per questo che dico che giuridicamente è abnorme». In ogni caso, «non mi permetto di giudicare le decisioni dei magistrati» anche se ovviamente «faremo un ricorso al riesame e ci sarà un giudice a Berlino prima o poi».
Si è venuto a sapere sempre oggi che per il suo secondo matrimonio, nel luglio del 2009, Lusi ha speso oltre 30 mila euro per lo chef Antonello Colonna pagando con assegni della Margherita. Ad accertarlo il procuratore aggiunto Alberto Caperna e ill sostituto Stefano Pesci nell’ambito dell’inchiesta sulla sottrazione di fondi dalle casse del partito.